Sempre più spesso sentiamo parlare di lato ombra, di che si tratta?

A cosa corrisponde?

Ed è proprio del tutto negativo?

Il lato ombra

Ognuno di noi cerca di impegnarsi per fare il proprio meglio.

Ci impegniamo perché ci piace fare bene e ci piace essere riconosciuti per il nostro fare bene, ma, nonostante il nostro impegno, qualche volta capita che venga fuori la nostra parte peggiore, le nostre emozioni, ci tradiscono e la parte più infantile, più reattiva, meno funzionale emerge… emerge allora il nostro lato ombra.

Cos'è il lato ombra

Quelle parti non così funzionali di noi stessi emergono, quindi,  anche se non vorremmo.

Sono quelle parti che vivono dentro ognuno di noi, i primitivi istinti di base con cui siamo nati e che presto impariamo essere inaccettabili.

Questi includono

e qualsiasi altro comportamento autodistruttivo.

Fu Carl Jung a riferirsi a questi istinti, o lati oscuri delle nostre personalità, come al nostro lato ombra.

Sono stati ritratti nel tempo

E siamo portati a pensare che questo nostro lato ombra sia sbagliato, un errore della nostra personalità da eliminare o nascondere.

Il lato ombra: è proprio del tutto negativo?

Il nostro lato ombra non è un errore o un difetto, fa parte dell'ordine naturale di chi siamo.

E non è un problema da risolvere; è un mistero da affrontare.

Ha il potere di connetterci al fondo della nostra personalità.

Qualunque sia quella parte di noi che ci piace di meno, la parte egoista ad esempio, la rabbiosa, l'invidiosa, la procrastinatrice, modi in cui chiamiamo queste parti della nostra personalità, la cosa importante da ricordare è che sono solo delle parti.

Non sono chi siamo.

Tuttavia, se permettiamo loro di dirottare il nostro giudizio positivo riguardo noi stessi, hanno il potere di sabotare le nostre relazioni, il nostro benessere e, in definitiva, la nostra vita.

La consapevolezza è la chiave

Il paradosso è che se vogliamo cambiare le cose che non ci piacciono di noi stessi, i nostri lati ombra, dobbiamo prima imparare ad accettarle.

Abbiamo tutti i nostri lati ombra.

Non sono un male.

È quando non ne abbiamo consapevolezza che i problemi sorgono.

Solo una volta che siamo consapevoli possiamo cambiare.

Il punto di partenza per questo cambiamento è con la consapevolezza.

La consapevolezza dei nostri comportamenti, senza giudizio o critica severa, è il passo verso la consapevolezza.

Possiamo osservare le nostre azioni e le nostre parole con consapevolezza e decidere se causano disagio in noi o negli altri. Possiamo quindi renderci conto che quei pensieri, quelle parole, quelle azioni non ci sono utili e possiamo fare di meglio.

Come conoscere ed accettare

Quel lato ombra esiste perché ha uno scopo, un’intenzione positiva che soddisfa uno dei nostri bisogni.

Se lo soffochiamo, se non vogliamo accorgerci di lui, prima o poi farà sentire prepotentemente la sua voce. Lo farà attraverso le azioni, attraverso quel dialogo interno che finirà per rafforzare convinzioni su noi stessi. E quelle convinzioni depotenzianti finiranno per condizionare la nostra vita.

E quelle parti di te che non ti piacciono puoi iniziare a conoscerle ed accettarle.

  1. Con compassione

    La consapevolezza deve sfociare nella auto-compassione verso noi stessi che include la gentilezza verso di sé, sapere che siamo umani e quindi possiamo sbagliare e tutte le nostre esperienze e le nostre parti sono nella nostra natura di essere umani.L’auto-compassione significa trattare te stesso con la stessa gentilezza e umanità con cui tratteresti coloro che ami.

    Non deve essere confuso con l'egoismo o la mancanza di riguardo per gli altri. Al contrario. Non possiamo avere vera compassione per gli altri se non lo facciamo per noi stessi. Quindi, se una relazione sana è ciò a cui tendiamo, con noi stessi o con gli altri, questo include avere compassione per le parti "peggiori" percepite di noi stessi.

  1. Il perdono

    Perdonare è impegnativo. Perdonare se stessi lo è ancora di più. Quante volte ci sentiamo in colpa per una parola, un’azione, un’emozione non proprio edificante rivolta a qualcuno.Possiamo ricordare a noi stessi la nostra comune umanità, che siamo stati tutti lì.

    Quando ci comportiamo male, perdonarci non significa che sia giusto ripetere quel comportamento. Tuttavia, possiamo osservare quel comportamento e decidere di fare meglio la prossima volta.

  2. Non credere a tutto ciò che pensi di te stesso

    È importante tenere a mente che l’idea che abbiamo di noi e delle nostre parti a volte (se non la maggior parte delle volte) non sono così accurate, poiché tendiamo ad essere i nostri peggiori critici.Sì, di tanto in tanto potremmo avere davvero un comportamento negativo, mosso da un mio lato ombra, ma l’obiettivo e rendermene conto ed averli meno spesso. Se ci sentiamo in colpa ed incolpiamo noi stessi ogni volta che succede, stiamo compromettendo non solo il nostro benessere emotivo e psicologico, ma come dimostra la ricerca, anche la nostra salute fisica.

Gli esseri umani sono intrinsecamente imperfetti e, come tali, commettono errori. Se non facessimo degli errori di tanto in tanto, non cresceremo.

Tutto quello che possiamo fare è vivere la nostra vita con le migliori intenzioni, e quando scivoliamo semplicemente lo possiamo ammettere ed impegnarci a fare meglio la prossima volta.

E ricorda che, in ogni momento, la maggior parte delle parti di noi stanno facendo il meglio possono per essere unici ed irripetibili.

Vuoi saperne di più?

Partecipa al

Licensed Practitioner PNL Tm

Specializzati nel primo livello di certificazione in PNL
Certificazione Internazionale di Licensed Practitioner PNL™ rilasciata dalla NLP Society

8 giornate, 4 week end, 64 ore di formazione
SEDE: PNLBENESSERE – Via Pianezza, 212, 10151 Torino

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONE

Lo stress si manifesta in modo diverso per ciascuno di noi.

Mentre i sintomi comuni includono affaticamento muscolare, cefalea, problemi digestivi, insonnia, difficoltà di concentrazione, preoccupazione e persino depressione, i fattori scatenanti dello stress cambiano da persona a persona.

Cos'è lo stress

Lo stress, originariamente definito da Hans Selye nel 1936 come

"la risposta non specifica del corpo a qualsiasi richiesta di cambiamento",

ha una connotazione generalmente negativa nella nostra cultura.

Stess ed Eustress

Spesso associamo questo termine a "angoscia", anche se è utile ricordare che lo stress può anche essere utile ("eustress") se ci mobilita per:

Stress ed ormoni

Il cortisolo e l'adrenalina, i nostri principali ormoni dello stress, sono molto efficaci nel mobilitarci per gestire le situazioni stressanti a breve termine e possono anche aumentare la nostra capacità di apprendere nuove informazioni.

In particolare, le situazioni che minacciano la nostra sopravvivenza sono spesso incise in modo rapido e preciso nel nostro cervello.

Le persone che hanno avuto gravi incidenti spesso sperimentano in prima persona questo processo e talvolta sono sorpresi dalla chiarezza con cui possono ricordare i dettagli dell'evento, a volte come se si fosse verificato al rallentatore.

Sfortunatamente, gli stessi ormoni dello stress che sono così utili nelle situazioni a breve termine possono compromettere significativamente il funzionamento corporeo, l'umore e persino la salute del cervello quando i fattori di stress sono cronici.

Ad esempio, diversi studi dimostrano che l'ippocampo ha maggiori probabilità di restringersi se il cortisolo si lega ad esso per lunghi periodi di tempo.

Inoltre, l'aumento dei livelli di cortisolo nel tempo è associato a futuri problemi di memoria e persino a demenza.

Come ridurre lo stress in modo efficace

E allora andiamo a scoprirne qualcosa di più, rispetto allo stress e metti in atto queste tre potenti tecniche per ridurre lo stress.

  1. Scopri come lo esprimi

    Molte persone sono così abituate agli effetti dello stress cronico, che non riescono più a riconoscere i loro sintomi legati allo stress.Lo stress è spesso espresso dal corpo in una miriade di modi, tra cui problemi di salute (mal di testa, problemi digestivi, tensione muscolare), sintomi cognitivi (diminuzione della concentrazione o difficoltà nel richiamare informazioni), cambiamenti dell'umore (sentimenti di impotenza, ansia, depressione e preoccupazione)  e cambiamenti comportamentali (mangiare o bere di più, cambiamenti nel ritmo sonno/veglia, uso di sostanze chimiche), tra gli altri.

    Spesso, le persone sperimentano più sintomi insieme legati allo stress e non riescono a riconoscerli.

    Se non sei sicuro di essere stressato, chiedi a un amico o a un familiare il loro feedback esterno, che solitamente è più imparziale.

    Quindi, annota tre sintomi che avverti quando sei stressato, in modo che tu possa identificarli più facilmente in futuro. Imparando come il tuo corpo esprime lo stress, avrai più successo nel ridurlo nel tempo.

  1. Identifica ciò che lo fa scattare

    Lo stress spesso si verifica quando il corpo si mobilita per rispondere a una situazione, una persona, un evento o un cambiamento che è percepito come una sfida.Tuttavia, c'è una grande varietà in ciò che le persone percepiscono come stressante.

    Mentre parlare in pubblico può essere esaltante per una persona, un altro può sentirsi in preda al panico. Identificare i trigger che scatenano lo stress ti aiuterà a minimizzarli.

    Se non sei sicuro di ciò che per te è la causa che scatena lo stress, segui la saggezza dei tuoi sintomi fisici (n. 1 sopra) e nota le situazioni in cui tendono a manifestarsi.

    Per ora, annota due situazioni in cui provi stress.

  1. La tecnica de "Il potere di un no positivo"

    Le tecniche di riduzione dello stress sono più efficaci quando sono personalizzate.

    Oltre alle tecniche comuni, tra cui:

    - la meditazione,

    - il rilassamento,

    - l'esercizio fisico,

    - la scrittura di un diario,

    - l'impegno in attività piacevoli,

    il potere di un bel NO dato in modo positivo, senza sensi di colpa, può essere particolarmente efficace, specialmente quando lo stress deriva dall'obbligo di eseguire compiti che compromettono la qualità della nostra vita.

    Esiste proprio una tecnica sviluppata da William Ury che si basa su un "Sì! No. Sì?”.

    È un’Interessantissima tecnica che ti propongo.

    Il processo inizia identificando ciò a cui scegliamo di dire "Sì!".

    Sarà qualcosa di significativo dal punto di vista personale, ad esempio più tempo con la famiglia o trovare del tempo libero per occuparmi del mio fisico, seguito da un "No." a situazioni che compromettono direttamente quel "Sì!".

    E finisce con una controproposta in cui offriamo all'altra persona qualcosa che consente a entrambe le parti di averne dei vantaggi.

    Ad esempio, se vuoi dire "Sì!" a più tempo per fare attività fisica tre volte a settimana, potresti dover dire "No" alla richiesta di fare il rappresentante di classe nella classe di entrambi i tuoi figli; a sua volta, il tuo "Sì?" potrebbe essere quello di proporre il nome di un’altra persona che prenda il tuo posto in una delle due classi e continuare a fare il rappresentante per una sola classe… oppure dare la propria disponibilità in entrambi le classi ma fare presente che non potete offrire più di un numero limitato di ore al mese.

Proteggere il nostro tempo e i nostri interessi mantenendo allo stesso tempo buone relazioni, è una strategia vincente che darà sempre i suoi frutti.

Nella prossima settimana, verifica se una delle due situazioni stressanti identificate al punto 2 possa beneficiare della tecnica appena proposta.

La riduzione dello stress ha il potere di migliorare non solo la memoria e la salute del tuo cervello, ma il tuo umore, le relazioni e la qualità generale della vita.

Insieme all'esercizio fisico e ad una dieta, la riduzione dello stress è uno strumento potente nella cassetta degli attrezzi per la salute del tuo cervello.

Vuoi saperne di più?

Partecipa alla serata/corso gratuita

TRASFORMA LA TUA VITA

La PNL è uno strumento che ti permette di conoscere meglio la persona più importante della tua vita: te stesso!

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Cosa si intende per Neuroplasticità positiva?

La pratica: sii consapevole della positività che c’è nella tua vita.

A cosa stai pensando?

Perché lo vuoi sapere?

(mi risponderai...)

 Neuroplasticità

È stupefacente: in questo momento, ciò che pensi, ciò che senti, quello che ti fa stare bene o quello che ti fa soffrire, sta cambiando il tuo cervello.

Il cervello è l'organo che impara, progettato da sempre per essere cambiato dalle nostre esperienze; ciò che gli scienziati chiamano neuroplasticità dipendente dall'esperienza.

Ognuno di noi ha il potere di usare la mente per cambiare la propria vita in meglio, per beneficiarne personalmente e per migliorare la vita degli altri.

La neuroplasticità e l'uso del potere interno

L'uso di questo potere interno è più importante che mai in questo periodo storico, dove molti di noi sono spinti e stimolati da forze esterne:

fino ad essere condizionati dalle persone che ci stanno accanto, più o meno vicine.

La vita è spesso dura.

Per affrontare le situazioni difficili, per essere efficaci e di successo, o semplicemente per sperimentare il benessere quotidiano, abbiamo bisogno di risorse interne, forze interiori come

e altre emozioni positive come l'autostima e l'intuizione.

Neuroplasticità e sinapsi

Alcuni punti di forza sono innati e integrati nel nostro DNA sin dalla nascita, ma la maggior parte viene acquisita, intessuta nel tempo tra le sinapsi del tuo cervello.

Questi tratti che finiranno per contraddistinguerci provengono da situazioni vissute che si sono installate nel nostro cervello.

Diventi più grato interiorizzando ripetute esperienze di gratitudine; diventi più compassionevole interiorizzando ripetute esperienze di compassione; sviluppi autostima interiorizzando quelle situazioni in cui ti sei sentita valida, eccetera.

Fin qui, tutto ovvio.

Ma ecco la beffa: senza questa installazione e senza il trasferimento dell'esperienza positiva dai buffer di memoria a breve termine all'immagazzinaggio nella memoria a lungo termine, le esperienze positive come

sono momentaneamente piacevoli ma non hanno un valore duraturo.

Non c'è apprendimento, crescita, nessun cambiamento per il meglio.

Nel frattempo, il nostro cervello sta trasformando rapidamente ed efficientemente esperienze spiacevoli, negative tipo sentirsi

nella nostra struttura neurale.

Per aiutare i nostri antenati a sopravvivere in condizioni difficili, il cervello ha sviluppato un pregiudizio di negatività che lo rende bravo nell'apprendere da esperienze negative ma relativamente meno abile nell'apprendimento da quelle positive, anche se l'apprendimento da esperienze positive è il modo principale per far crescere i punti di forza interiori.

Molti di noi riescono bene ad avere esperienze positive, ma sono poco capaci ad installarle nel cervello.

Allo stesso modo, la maggior parte dei terapeuti, insegnanti di mindfulness, coach e genitori oltre ad essere piuttosto bravi a incoraggiare esperienze positive negli altri, dovrebbero occuparsi di come aiutarli ad installare queste esperienze nel loro cervello.

In effetti, le esperienze più significative tra il panorama delle esperienze positive, sono sprecate la maggior parte delle volte.

E se è principalmente dalle esperienze positive che acquisiamo tutta quella serie di risorse interne che possono aiutarci in futuro, il risultato è una curva di apprendimento molto più piatta di quanto dovrebbe essere.

Questo perché non stiamo interiorizzando la maggior parte delle nostre esperienze positive, autentici momenti in cui ci sentiamo molto rilassati, capaci, tranquilli, felici, di successo, contenti, apprezzati e amati, ci sentiamo più svuotati di quanto meritiamo veramente di provare. E diventiamo molto più facilmente vittime della paura, del conflitto, della depressione.

Cosa possiamo fare?

Neuroplasticità: possiamo usare la mente per cambiare il cervello in meglio.

Come?

Ecco l'essenza: divertiti e godi.

In altre parole, vivi un'esperienza positiva in primo luogo, e nota semplicemente cosa stai provando: accorgiti che stai provando

e di quanto sia  bello creare esperienze positive, come pensare deliberatamente a cose per le quali ti senti grato o ricordare quella volta che ti sei sentito forte e quell'altra in cui eri piacevolmente tranquillo e rilassato..

Quando hai richiamato quell'esperienza senti bene dentro di te le sensazioni che stai vivendo.

Poi, una volta che hai avuto quella bella esperienza, divertiti e godi: prenditi una trentina di secondi per stare solo con te stesso e vivi a pieno quelle sensazioni.

Più e più intensamente proverai quelle sensazioni, più i tuoi neuroni creeranno sinapsi relative a quell'esperienza e si depositeranno nella memoria a lungo termine nel tuo cervello.

Questa si chiama neuroplasticità positiva, l'essenza dell'autosufficienza: assumere le esperienze quotidiane per sviluppare più forze interiori come grinta, sicurezza, gentilezza, equilibrio emotivo, felicità, pazienza e autocoscienza.

Neuroplasticità positiva in pratica

Non credo nel pensiero positivo.

Non ti chiedo di trascurando i dolori, le difficoltà o le ingiustizie nella vita.

Credo nel pensiero realistico, quello che mi fa vedere l'intero mosaico della realtà, il buono, il cattivo e il neutro.

Proprio perché la vita è spesso difficile, e poiché abbiamo un cervello relativamente incapace nel coltivare le forze interiori necessarie per affrontare queste sfide, dobbiamo concentrarci sui fatti positivi della vita, lasciarli diventare delle buone esperienze fissate nella nostra mente e nel nostro cervello.

Molte delle occasioni per immagazzinare esperienze positive le troviamo nel flusso della vita di tutti i giorni ma, probabilmente, non dureranno più di qualche minuto alla volta.

Puoi sfruttare anche momenti più strutturati, ad esempio dopo l’esercizio fisico quando ti senti benissimo, dopo una meditazione, oppure un momento specifico che ti fa stare bene.

Oltre ad essere più attento in generale alle esperienze positive che vivi, così da fissarle nella mente, puoi creare situazioni nella vita reale che ti aiutino a rafforzare.

Neuroplasticità? Facciamo qualche esempio

Ad esempio, se ti senti ansioso, cerca delle opportunità autentiche per sentirti supportato, protetto, dotato di risorse, tenace, rilassato o calmo.

Se pensi che la vita ti stia deludendo, cerca i fatti genuini che supportano naturalmente le esperienze di gioia, gratitudine, piacere, realizzazione o efficacia.

Se ti senti solo o inadeguato, cerca occasioni per sentirti incluso, visto, apprezzato, adeguato e amato.

Cerca anche occasioni per sentirti a tuo agio, apprezzato, accolto.

Non aspettare che siano sempre gli altri a darti ciò di cui hai bisogno.

Vai e cercalo... e divertiti e godi mentre lo fai...

Le esperienze positive che viviamo giornalmente sono solitamente poco significative (se volessimo metterle su una scala da 0 a 10 l’intensità sarebbe tra l’1 e il 2), ma sono vere e reali.

Ogni volta che lasci che queste esperienze si depositino dentro di te non cambieranno la tua vita.

Ma proprio come una tazza d'acqua viene riempita goccia a goccia, poco alla volta cambierai le tue sinapsi in meglio ed inizierai a vedere le cose da un punto di vista diverso, più creativo, positivo, entusiasmante se farai in questo modo.

Avrai più da offrire a te stesso e agli altri e ad aiutarli a crearsi una rete di sinapsi positive.

Vuoi saperne di più?

Partecipa GRATIS alla prossimo serata corso gratuita di PNL a Torino

Trasforma la tua vita

La PNL è uno strumento che ti permette di conoscere meglio la persona più importante della tua vita: te stesso!

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

La relazione con il partner può essere la cosa più difficile e più gratificante della tua vita.

La parole “relazione” in PNL viene definita una nominalizzazione, un concetto astratto che vuol dire tutto e niente. Invece, una relazione è più un verbo che un sostantivo.

"Stare insieme, vivere insieme, condividere la vita"

è molto diverso da dire

"ho una relazione".

Sottintende che c’è qualcosa da fare, azioni da svolgere, situazioni da affrontare.

Insomma c’è da fare qualcosa.

Relazione con il partner

Raggiungere e mantenere una sano rapporto di coppia, richiede di guardarsi allo specchio e valutare cosa possiamo fare meglio.

Il percorso verso una relazione gratificante richiede dover far nostre nuove abitudini ed abbandonare vecchie abitudini precedenti che non si dimostrano utili.

Ecco perché a volte la relazione aiuta a crescere e migliorarsi, poiché abbandonare abitudini distruttive spesso può essere la cosa migliore che possiamo fare per noi stessi e per i nostri partner.

Relazione e abitudini

Prendi ad esempio il partner disordinatissimo: cambiare questa abitudine non utile porterà non solo giovamento alla relazione (soprattutto se l’altro disordinato non lo è) ma soprattutto alla propria vita personale e lavorativa.

Cosa non aiuta la relazione

Ecco quattro abitudini abbastanza comuni che non aiutano la relazione. Prenditi del tempo per farci su una riflessione onesta e vedi quali siano i cambiamenti che puoi fare tuoi.

  1. Chiudere la comunicazione con l’altro

    Ogni relazione è diversa, ma tutti hanno un punto in comune: nessuno è perfetto!
    Nessuna relazione salta per un disaccordo occasionale, per una delusione vissuta o per una risposta mal data.
    Le persone imparano con l’esperienza come gestire questi momenti e recuperare velocemente.

    Diverso è invece quando nella coppia inizia ad instaurarsi freddezza, si litiga e si resta con il muso per giorni, iniziano i silenzi per mancanza di comunicazione. Questi atteggiamenti non portano da nessuna parte, non consentono alla coppia di crescere ed affiatarsi. Anzi, a lungo andare creeranno incomprensioni e risentimento. Sino alla rottura.

    Se ti rendi conto che nella tua coppia vivete questa situazione, la prossima volta che si verificherà aspetta che l’emotività sia diminuita in entrambi (arriva sempre un momento in cui la tensione cala), fai un respiro profondo, raccogli le idee ed esponi te stesso alla vulnerabilità di una comunicazione onesta, che dica quello che pensi in modo costruttivo.

  1. Entrare in competizione

    Se consideriamo l’amore un gioco a due, il rovescio della medaglia è che in un gioco c’è sempre qualcuno che vince e qualcuno che perde. E qualche volta ci sono pure gli imbroglioni, che sono i peggiori di tutti. Certe volte la competizione è minima, basata su quante volte hai buttato l’immondizia rispetto a me…

    Altre più pesante da vivere ed invece che aiutarsi e motivarsi a vicenda, si finisce per rimanere indifferenti e concentrati sul proprio successo personale, a volte invidiando quello dell’altro.

    La rivalità nasce da un senso di scontentezza. Dal momento che non mi sento all’altezza in generale, cerco uno spazio (e quale meglio che quello di coppia) dove esercitare il mio potere personale. Finisco così ad atteggiarmi a quello superiore, pronto a sminuire i successi dell’altro, che subisce questo comportamento. Se invece il sentimento di competizione è presente in entrambi i partner la faccenda si complica. Non c’è più uno che bilancia il rapporto, la rivalità diventa palese in ogni ambito.

    Il paradosso è che più ci si avvicina alla competizione, più ci si allontana dalla felicità.

    Occorre cercare soddisfazione in se stessi, così da non aver motivi di invidiare l’altro. E cercare obiettivi chiari da realizzare, altrimenti ogni piccola vittoria realizzata dal partner ci ricorderà di quanto siamo poco efficienti e validi.

    Per uscire da questa situazione occorre essere sinceri con se stessi, guardare i risultati ottenuti e chiedersi quanto si è disposti ad impegnarsi per ottenere quello che desideriamo. Ricordandoci che possiamo trasformare il partner in un utile alleato.

    A quel punto la competizione si trasforma in complicità.

  1. Fare confronti con gli altri

    Ognuno è unico ed irripetibile. Anche all'interno della relazione. La società invece tenderebbe ad uniformarci e per far questo ci sprona a fare confronti.

    Guardiamo quanto è bella quell'attrice e ci paragoniamo a lei (uscendone drammaticamente sconfitta)…

    Guardiamo l’auto sportiva del nostro collega e la confrontiamo con la nostra utilitaria (sentendoci meno importanti di lui)… Frequentiamo quella coppia che sembra quella del Mulino Bianco e la paragoniamo alla nostra relazione, fatta di continui battibecchi. Anche i social media sono una piattaforma perfetta per confrontare la nostra vita e la nostra relazione con quella degli altri.

    Quello che ci sfugge è che è impossibile conoscere la vera profondità e la realtà di una relazione, che viene vissuta nella sua pienezza all'interno delle mura di casa propria. Si deve costruire la relazione rispetto alle nostre unicità, i nostri punti di forza e cercare paragoni con gli altri è impossibile, oltre che dannoso.

    La prossima volta che ti sorprenderai a confrontare la tua coppia con un’altra, desiderando la relazione che vive la tua amica, fermati e reinvesti quel tempo e quell'energia per fare qualcosa che esalti la tua.

  1. Diamo il partner per scontato

    È facile entrare in una stanca routine, specialmente se siete insieme da molti anni. Ormai tutto è stato scoperto dell’altro (ne siamo proprio sicuri?), lo conosciamo come le nostre tasche, è lì, c’è, presente da sempre e cominciamo a darlo per scontato.

    Ci dimentichiamo di come quella persona contribuisca alla qualità ed alla felicità della nostra vita.

    Dare il partner per scontato è un grande errore che possiamo commettere. Potrebbe costarci il doverci accorgere un giorno, che quella persona non c’è più e soffrire la sua assenza.

    Per mantenere la relazione sana e soddisfacente, esprimiamo gratitudine ed apprezzamento per l’altra persona. Siamo grati per il fatto che c’è, che ogni mattina ci svegliamo ed è al nostro fianco, che c’è un alleato che è dalla nostra parte.

    Ogni giorno, trova almeno tre cose che il partner fa per te e tre cose che in particolare ami di lui/lei e ringrazialo per esserci e per essere così com'è.

Le relazioni, lo “stare insieme” richiede una cura costante.
Dobbiamo impegnarci per evitare le situazioni qui sopra evidenziate e comunque trovare modalità per vivere una relazione felice e sana.

Tutto questo è valido se la tua relazione è comunque nei ranghi della piacevolezza.

Se invece state vivendo un periodo di difficoltà, a volte cercare di mettere a posto le cose da soli non basta e potrebbe essere necessario cercare l’aiuto di un professionista per ricostruire il rapporto.

Un coach potrebbe aiutarvi a capire e capirvi meglio, così da mettere in atto quei cambiamenti profondi che ripristino la relazione.

Richiedi ora la tua Pre-Coaching Gratuita!

logo
PNL Benessere © 2022. Tutti i diritti riservati. P.IVA: 10448920016 – Progetto, sviluppo e realizzazione sito – Apollo Servizi Web
lockenvelopesmartphone
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram