Spesso ci troviamo nella condizione di dover dare un feedback alle persone.
Che siano colleghi, famigliari, amici, capita che le persone si comportano in modo che noi non gradiamo o non fanno azioni che non corrispondono al modo migliore per farle e tocca a noi dover far presente alla persona la sua “mancanza”
Quante volte hai fatto delle “critiche” che non sono state ben accettate?
Oppure quante volte ti sono stati dati dei suggerimenti che non hai ritenuto giusti e li hai ignorati?
Se vedi ho scritto "critiche" e non feedback in modo volontario, perché questo è quello che percepiamo quando qualcuno ci fa delle osservazioni: ci sta criticando.
Non riusciamo a comprendere che in una "critica" fatta ad opera d’arte ci sta il nostro miglioramento.
Una critica costruttiva può rivelarsi molto utile, può farci vedere le cose da un altro punto di vista, può aiutarci a crescere, a fare meglio.
Già la linguistica fa la differenza: un conto è dire
"Devo farti una critica"
piuttosto che
"Voglio darti un feedback".
La persona sarà già meglio bendisposta nei nostri confronti.
Come sappiamo, le parole fanno una grande differenza!
Diamo feedback alla persona basandoci sulla struttura di un panino, dove sopra e sotto ci sta il pane e nel centro il companatico. Possiamo dire che sviluppiamo il feedback mettendo in evidenza gli aspetti positivi (cosa ha fatto bene – parte superiore del panino), l’aspetto negativo (cosa non ha fatto bene – companatico) per terminare con un rinforzo sul positivo e magari qualche consiglio su come fare (cosa ha fatto bene e come può fare meglio – parte inferiore del panino).In questo modo la persona accetta più di buon grado la “critica” perché inserita in un contesto dove sono state evidenziate anche le cose fatte bene e non ponendo l’attenzione solo su ciò che non ha funzionato.
È importantissimo che la parte centrale del feedback sia rivolta ad un comportamento, un’azione, una situazione e mai, dico mai, all’identità della persona. Le persone fanno cose sbagliate, non sono stupide.Esempio di feedback a panino:
“Valerio, ho molto apprezzato l’impegno che ci hai messo per realizzare questo progetto, hai manifestato intraprendenza, voglia di distinguerti, energia ed entusiasmo che sono essenziali oggi per la nostra azienda. Credo che avresti dovuto tenere in evidenza che chi realizzerà questo progetto non sei tu, quindi un maggior dettaglio rispetto all’iter sarebbe stato necessario e manca davvero. Rimango dell’idea che è un progetto fantastico e sei stato bravo a svilupparlo e ti consiglio di rivedere questo aspetto, così che tutti possano essere soddisfatti del lavoro che hai svolto.”
Il feedback a panino è un ottimo modo per fornire critiche costruttive, perché l’interlocutore alla fine della conversazione resta focalizzato su cosa ha fatto bene e su eventuali consigli per migliorarsi. Rimane con la percezione che il suo lavoro (operato, comportamento, ecc) sia buono e ben apprezzato, quindi è meglio disposto ad accettare eventuali spunti di miglioramento.
Funziona molto bene con le persone che conosci poco, per non apparire aggressivo o sgarbato. Alcuni pensano che sia troppo svenevole come approccio, dimenticando che siamo spesso troppo aggressivi con le persone e sappiamo bene che le parole possono creare baratri tra le persone e ledere a livello profondo.
Immaginiamo un esempio del tipo: “Sei inconcludente. Ti svegli tardi al mattino e ciondoli fino ad ora di pranzo.. Pensi che io sia la tua serva?”
Cosa c’è che non va? Ho attaccato la persona a livello d’identità: sei inconcludente.Puoi avere tutte le ragioni del mondo a far notare che non sei la serva di nessuno e ognuno deve fare la sua parte.. Ma se dai ad una persona dell’inconcludente, quanto pensi che abbia voglia di starti ad ascoltare?Meglio sarebbe stato: “Mi fa piacere che tu ti sia riposato e ti sia dedicato del tempo per rigenerarti. Nello stesso tempo penso di meritare un po’ di aiuto, visto che anche io avrei bisogno di riposare di più. E il tuo restare a letto fino a tardi non mi aiuta di certo. Ti voglio bene e quello che è importante è il nostro benessere e nello stesso tempo credo che essere un po’ più attivo non possa farti che bene.”
Cambia, non è vero? Anche se mi rendo conto che è più impegnativo.
Fai attenzione a distaccare la situazione dalla persona. Questo è importantissimo. Commenta la situazione, non la persona.
Se è un comportamento che ti ferisce, fai presente come ti fa sentire piuttosto che cosa fa l’altro.
“So che il tuo comportamento è naturale per te, tieni presente che io mi sento estremamente ferita da tutto questo e ti chiederei di tenerlo in forte considerazione in futuro.” è diverso da un “Sei il solito stronzo.”
Quanto più specifico sarai nel dare quel feedback, più la persona saprà esattamente su cosa andare a migliorare. La vaghezza in questo caso non aiuta. Attenzione ad utilizzare le nominalizzazioni, cioè quelle parole che non puoi mettere in un carrettoAd esempio:“Il tuo discorso nel complesso è andato bene. Quello che potresti migliorare è la tua gestualità e sono sicura che saprai fare sempre meglio”.Che vuol dire migliorare la tua gestualità? Troppo generico
Meglio:
“Il tuo discorso nel complesso è andato bene. Quello che potresti migliorare è il modo in cui muovi le mani, ho avuto spesso la sensazione che non sapessi dove metterle. Sono sicura che facendo delle prove davanti allo specchio risolverai e farai sempre meglio.”
Un feedback specifico aiuta più facilmente la persona a capire dove migliorare. E’ anche per te un modo per avanzare richieste che più si allineino a ciò che tu ti aspetti dall'altro.
Il feedback dovrebbe aiutare l’altro a migliorare. Tieni presente però che la persona ha la sua mappa del mondo che può essere molto lontana dalla tua.Dire: “……. Per fare meglio puoi pensare di riorganizzare il tuo tempo, evitando di passare da tua madre ogni giorno, così ti ritaglierai il tempo per la palestra” non tiene in considerazione il punto di vista dell’altro, le sue convinzioni, i suoi valori. Nella mappa di questa persona essere presente nella vita di sua madre può essere estremamente importante ed il nostro feedback non ne ha assolutamente tenuto conto.Meglio:
“….. Per far meglio puoi pensare di riorganizzare il tuo tempo, scegliendo tra le varie attività quelle a cui pensi di poter rinunciare e che ti fanno stare ugualmente bene con te stesso, così da ritagliarti il tempo per la palestra”.
Detto questo, dai comunque spunti educati che permettano all’altro di allargare la sua mappa, senza essere invasivo e utilizzando un “se fossi al tuo posto, io farei….”. Presupposto è che non sei al suo posto e lui può prendere per buono o no il suggerimento.
In PNL le chiamiamo equivalenze complesse: questo è uguale a quello.Quando dai feedback stai attento a non interpretare. Se una persona fa o dice qualcosa, non significa che dipenderà da questo o quell’altro.Un feedback del tipo:
“Ho già capito che non ti interesso, ti ho mandato un messaggio e non mi hai neanche risposto!”
Quanto mi fa sorridere….. 🙂
Cosa ne sappiamo di cosa è successo nella vita dell’altro in questo frangente, magari non poteva rispondere, o magari non aveva voglia di rispondere in quel momento, ma questo non significa che l’altro non gli interessa!
Come avete potuto scoprire, dare feedback che possano essere accettati e presi come spunti di miglioramento è il solo modo per non creare barriere tra le persone.
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Franca Scuzzarella
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