Riconoscerla così com’è e non rifiutarla, assumendosene tutta la responsabilità.
Riconoscere che in ogni evento che ci succede c’è sempre una parte di propria responsabilità.
Come il butterfly effect, l’effetto farfalla, che dice che un battere d’ali di una farfalla in Brasile può generare una tromba d’aria in Texas.
Invece si tende a responsabilizzare gli altri di quanto ci accade, additando sempre qualcuno e scrollandoci di dosso la responsabilità.
Il fatto di rifiutarci di assumerci la responsabilità della nostra vita e delle nostre azione e reazioni, costituisce una divisione tra la persona e la realtà che stiamo vivendo.
Una situazione confusa provocata dal desiderio di auto-difendersi, una via di fuga che ci allontana dal compito di prendere in mano la propria vita e agire affinché le cose siano diverse.
Così diamo colpe a destra e a manca rispetto a ciò che non va, meno che a noi stessi.
Siamo senza lavoro per colpa del governo, della crisi, della società che predilige questo piuttosto che quest’altro… la nostra relazione non funziona perché lui o lei non fa questo o quell’altro… i figli non ci ascoltano perché sono influenzati dalle cattive compagnie… il mondo è un posto tremendo in cui vivere… e via dicendo.
Il nostro dito indice è sempre puntato verso qualcuno o qualcosa.
Questo è un ottimo modo per non crescere.
Sappiamo esattamente cosa accadrebbe se qualche genitore continuasse a prendere tutte le decisione per i figli, finché non raggiungano la maggiore età..
Questi ragazzi sarebbero degli immaturi, sicuramente non sarebbero pronti per affrontare il mondo.
Poi quegli stessi adulti che vorrebbero che i loro ragazzi fossero più responsabili, mettono la testa nella sabbia e si rifiutano di assumersi le nostre responsabilità, alimentando il loro piccolo mondo.
È un grande impegno quello di insegnare ai ragazzi sin dall’infanzia ad assumersi le proprie responsabilità, sempre più importanti man mano che si cresce. E coerentemente essere pienamente responsabili. Responsabili della propria vita e della propria felicità.
Quante volte hai puntato il tuo dito indice?
Quante volte hai scaricato la responsabilità all’esterno?
Se ti è “capitato” qualche volta, perché sono sicura che a te non succede quasi mai, allora ti propongo un esercizio per fare in modo che le cose vadano in modo diverso.
Franca Scuzzarella
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