Le persone sono affascinate dall’idea di poter cambiare, diventare persone migliori ma nello stesso tempo temono questo processo.
Le motivazioni sono diverse.
Partiamo da un concetto di base: l’uomo è un animale abitudinario che mal sopporta il cambiamento.
Il cambiamento implica dover rinunciare alle proprie abitudini, al proprio stile di vita magari consolidato e perpetuato da anni.
Le abitudini sono radicate in ognuno di noi, le abbiamo fatte nostre attraverso le esperienze vissute, i condizionamenti familiari e quelli imposti dalla società, che ci vuole uniformati a dei clichè.
Il bambino acquisisce sin dai primissimi anni di vita abitudini comportamentali e stili di pensiero dalle persone di riferimento (genitori prima, insegnanti poi..) e questi condizionamenti plasmano il suo carattere.
Nel tempo tutto questo si rafforza e diventa poco per volta una piacevolissima zona di comfort in cui la persona pensa, agisce, si confronta.
Una zona di comfort che soddisfa il proprio bisogno di sicurezza, uno dei bisogni maggiormente ricercato e che va in antitesi con la parola cambiamento.
Parola che è un sostantivo del verbo cambiare, che significa sostituire, modificare, trasformare, mutare, rendere diverso.
E se mi devo trasformare significa che non sono più io e il mio senso di sicurezza vacilla.
Significa che se devo mutare è perché così come sono non vado bene e allora tutto il castello di certezze che mi sono costruito nel tempo crolla.
Forse è proprio la parola cambiamento che è sbagliata.
Sappiamo bene quanto le parole abbiano un grande impatto sulla nostra neurologia e sulle sensazioni che generano dentro di noi.
Se il cambiamento è indirizzato ad un miglioramento della persona, perché nessuno vuole cambiare per diventare una persona peggiore di quello che è, allora è proprio miglioramento la parola più appropriata.
Abituati allora a piccoli “miglioramenti” quotidiani: migliora alcune tue abitudini, ad esempio cambia alcuni cibi che sai non ti fanno bene per sceglierne altri più salutari, cambia strada per raggiungere la tua destinazione, vai a comprare il pane in un negozio diverso dal solito...
Abituati insomma a non abituarti a fare ciò che ti viene più naturale e comodo.
Avrai avviato il cambiamento che non è nient’altro che il miglioramento delle tue abitudini comportamentali che nel lungo termine saranno responsabili della tua evoluzione.
Si comincia dalle cose piccole, non è vero?
E scopri con quali altri strumenti puoi avviare il tuo miglioramento, partecipando al percorso di crescita personale CRESCERE PER ESSERE, dove scoprirai quale grande potere è nascosto dentro di te.
Ricorda che puoi partecipare alla prima serata che è ad ingresso libero e che si terrà a Torino mercoledi 11 marzo alle ore 20.30
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Certe volte sembra che la sfortuna ci perseguiti.
Tutto ci va storto o almeno così ci sembra.
Vorremmo vivere una vita migliore e vorremmo poter scegliere il tipo di vita che vorremmo vivere.
Ma è come se fossimo ingabbiati in meccanismi ormai così automatici che sembra non esserci scampo.
Quante volte mi sono sentita dire dai miei coachee che “ormai sono fatto così e non posso cambiare” oppure “la mia vita è questa e non posso farci niente”?
Tante. Troppe!
Ma chi l’ha detto? Ne sei proprio sicuro?
Vivere al meglio è diritto e dovere di ognuno di noi. Ognuno di noi ha il diritto di essere felice e invece ci scontriamo con convinzioni poco utili che affermano che la vita è sacrificio, che siamo nati per soffrire, che è meglio non gioire troppo altrimenti presto qualcosa ti si gira contro..
Esiste un piccolo segreto che permette di vivere la vita che si desidera e che i più ignorano. Il segreto è che c’è un posto magico in cui niente e nessuno può accedere, se noi non glielo permettiamo, ed è proprio lì il regno della felicità: la nostra mente.
Hai mai pensato che tutto quello che ti rende infelice è fuori di te? E che tu vivi quell’infelicità esclusivamente in base a come tu interpreti quello che succede?
Come interpreti non dipende dall’esterno, dipende da te.
Del resto succede in continuazione di rendersi conto che le situazioni danno vita a interpretazioni diverse.
Ricorda quella volta che hai vissuto un evento che per te ha avuto un significato e magari per la persona che ti era a fianco uno completamente diverso.
Cosa ha determinato quindi la tua esperienza? L’evento stesso o la percezione che ne hai avuto, l’atteggiamento con cui hai deciso di viverlo?
Questa è la chiave di volta che permette la felicità: scegliere come vivere quello che ci succede.
Con che atteggiamento, con che risorse, con che strumenti.
Perché quando si sa come fare le cose, poi è più facile farle
Tu puoi scegliere se arrabbiarti o decidere che l’altro si è comportato in quel modo perché è l’unica cosa che poteva/sapeva fare in quel momento e allora inutile sprecare energie
Tu puoi scegliere se sentirti incapace perché non ci sei riuscito la prima volta oppure prendere quella sconfitta come un insegnamento prezioso e ritentare con maggiore determinazione
Tu puoi scegliere se ricordare quella situazione che ti chiude lo stomaco con un’immagine grande, li davanti a te, che il solo vederla ti fa stare male oppure ricordarla con un’immagine piccola e sfocata, così che perda d’impatto per il tuo sistema nervoso.
Tu puoi scegliere se perseguire obiettivi che altri hanno scelto per te oppure alzare la testa e gridare il tuo “Non ci sto!” e decidere cosa davvero vuoi, in ogni ambito della tua vita.
Alla fin fine, sei tu che scegli. Sempre. E sempre puoi scegliere cosa è meglio per te!
E questa è un’abilità che se non è nostra, va acquisita.
Ci sono tanti strumenti che ci permettono di diventare abili nell’essere felici, avere più energia, ottenere più successi.
Uno è la Programmazione Neuro Linguistica.
Ed è per questo che ti consiglio di partecipare al corso di Pratictioner in Pnl Torino.
A questo link troverai nel dettaglio tutto ciò che andremo a scoprire insieme
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Franca Scuzzarella
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