La scena politica odierna, i mercati economici, le pressioni globali e i cambiamenti climatici potrebbero farci chiedere "Cosa si può fare?".

Sembra come se ogni giorno le notizie riportassero duri colpi alle cose che ci sono più care.. nascono guerre sempre più cruente dove i civili vengono uccisi a decine di migliaia.

Il consiglio di spegnere la televisione potrebbe non funzionare se si costantemente connessi ai propri social media - le cattive notizie arrivano più velocemente di quanto si possa essere in grado di leggerle.

Come puoi fare la differenza, oggi!

Quando una persona legge (o sente) su tutte le cose che succedono là fuori, quello che prova è un senso di impotenza, quasi una paralisi che ci blocca, l'incapacità di fare un passo e iniziare a fare qualcosa. Sembra tutto così scoraggiante: che differenza farebbe se tu facessi qualche piccola cosa? L'ansia che sorge dalle notizie che arrivano a volte ci sgomenta, in alcuni momenti pensiamo che sia tutto semplicemente troppo per essere sopportato.

Potresti voler provare a fare qualcosa, ma sei bloccato perché tutto sembra senza speranza. Questo senso di paralisi è reale, e ciò che ascoltiamo dal mondo non ci aiuta certo a vedere il modo a colori rosei ma anzi alimenta ansia, depressione.

Ma quello che voglio dirti io oggi è che non sei paralizzato e ci sono alcune cose che puoi fare.

Anche il minimo passo compiuto da una persona, può avere una risonanza ampia e lontana. Questo è noto come effetto farfalla: questo effetto garantisce il potere di provocare un uragano in Cina ad una farfalla che sbatte le ali nel Nuovo Messico. Potrebbe volerci molto tempo, ma la connessione è reale. Se la farfalla non avesse sbattuto le ali proprio nel punto giusto, nel giusto spazio/tempo, l'uragano non si sarebbe verificato.

Nei momenti in cui senti forte dentro di te la domanda:

Che cosa posso fare per migliorare il mondo?

è importante ricordare che puoi manifestare il tuo potere personale in ogni momento. Ci sono molte cose che controlli: le tue azioni e le tue reazioni, il tuo approccio comunicativo e quello che dici, il modo in cui tratti gli altri, le tue scelte e i passi che compi.

In tempi di impotenza come questi potrebbero sembrare, è importante trovare ogni modo possibile per esercitare la propria energia positiva. Cerca di non entrare nella negatività che ti circonda, ma piuttosto mantieni la tua centratura e decidi cosa si può fare in modo diverso.

Quando inizi a pensare che non puoi farci niente e ti butti sul divano per farti rimbambire dal primo reality, puoi invece alzarti dal divano e fare qualcosa di utile per te e per gli altri:

Concentra la tua attenzione su quelle cose che puoi controllare e influenzare.

Può essere importante annotare tutte le cose che ti preoccupano o che sono degli ostacoli per te in questo momento. Crea una lista e assicurati di metterci dentro proprio tutto. Una volta terminata la lista, evidenzia tutte quelle cose che puoi controllare e influenzare. Inizia a pianificare i passi che puoi intraprendere per le cose che puoi influenzare e controllare e - per il momento - ignora le cose dove non lo puoi fare.

Fai un piccolo passo che ti rendi conto può essere utile per tanti.

Scegli una qualsiasi causa e adoperati per dare il tuo contributo. Che sia aiutare il canile della tua città e cercare una famiglia per qualche animale abbandonato per evitargli la sicura morte, che sia dare una mano alla famiglia in difficoltà.. Questi sono solo un paio di esempi di grandi problemi che possono sembrare insormontabili, ma dove le persone di buona volontà possono farci qualcosa. Ricorda la citazione di Margaret Mead: “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini premurosi e impegnati possa cambiare il mondo; anzi. Se sei arrabbiato per qualcosa, e ti interessa, allora fai un piccolo passo e contribuisci alla causa.”

Sii gentile.

Trova qualcuno con cui essere gentile oggi. Che differenza potrebbe fare un po’ di gentilezza nelle questioni globali che preoccupano oggi? Ricorda che il modo in cui ci trattiamo l'un l'altro è come le ali della farfalla. Se riuscissi oggi ad influenzare una persona con la tua positività, è possibile che quella persona possa influenzare la persona successiva, e la successiva un’altra ancora… Potresti iniziare un’ondata di positività semplicemente facendo un piccolo passo. Come l’ondata all'evento sportivo che inizia con una persona e poi tutte le altre seguono. E se inizia un'onda, rendila positiva.

Fai quel passo che hai paura di fare.

Non aver paura di osare. Chissà quante cose ci sono che vorresti fare, che potresti fare e che migliorerebbero lo stato delle cose e non le fai. Per paura di non essere a tuo agio, per paura di non sentirti al sicuro, o perché pensi di non saperne abbastanza. Ma è proprio quell’idea che hai di te stesso che ti impedirà di fare quel piccolo primo passo, quindi educa il tuo dialogo interno a parlarti con rispetto, con amore, quel rispetto e quell’amore stesso che vorresti vedere nel mondo. Puoi provare a fare qualcosa. Si, lo puoi fare.

Ricorda che la vita è un fiume. Mentre le cose preoccupanti stanno accadendo dappertutto, ricorda che accadono dall'inizio del tempo. La vita scorre e scorre - alcune volte le cose sono più difficili di altre, ma gli esseri umani sono resilienti. Sei resiliente anche tu e hai l'opportunità di fare la differenza adesso. Fallo.

E questo è ciò che facciamo io insieme ai ragazzi del Team ogni volta che siamo in aula.

Ci impegniamo con tutte le nostre energie a cambiare il mondo, una persona per volta.

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INFO E PRENOTAZIONI

In questi ultimi mesi ho avuto parecchi incontri con imprenditori e manager per suggerire l’uso del coaching all'interno delle loro aziende e mi sono sentito rispondere:

"Ah, ma noi la formazione la facciamo già."

Ed è stato allora che ho realizzato quanto non fosse ancora ben chiara la differenza tra Training e Coaching, e tantomeno la funzione e l’efficacia del coaching individuale e del team coaching nelle aziende indipendentemente dalle dimensioni, settori operativi e conformazioni organizzative.

Ho quindi ritenuto opportuno scrivere questo articolo per gli amici del nostro blog nell’intento di fare un po’ di chiarezza tra questi due tipi di intervento.

I termini "formazione" e "coaching" spesso sono usati erroneamente in modo intercambiabile, comportando molta confusione sia nei dirigenti sia nei dipendenti e rendendo spesso difficile la valutazione dei risultati di ciascun intervento scelto.

Formazione VS Coaching

Sia la formazione che il coaching hanno una loro collocazione nella crescita in ogni organizzazione e comprenderne le principali differenze può aiutare i manager ad assicurarsi di usare lo strumento più adatto alla particolare attività di interesse, con il maggior beneficio e la maggior soddisfazione di tutti.

Certo la formazione è indispensabile e, in qualità di responsabili e leader, è necessario insegnare ai membri del nostro team l’uso di nuovi macchinari, i cambiamenti nei processi o nelle procedure e l’osservanza di nuovi regolamenti legislativi, affinché possano essere dei buoni collaboratori, ma se si vogliono raggiungere risultati di eccellenza, il “coaching” è altrettanto decisivo.

Diamo allora un'occhiata più da vicino alle differenze tra Formazione e Coaching.

Formazione

formazioneLa formazione colma il divario tra il "Non lo so fare" ed il "Lo so fare".

È un intervento progettato in base a abilità generiche o aspettative standardizzate nei confronti di un’organizzazione, un gruppo, una posizione. Può comportare progressi individuali o meno, ha un frangente temporale breve e utilizza un insieme di nozioni e informazioni per fornire apprendimento.

Si occupa di trasferire le conoscenze ad uno o più membri del gruppo per un nuovo incarico od una nuova mansione, insegnando specifiche abilità che non aveva prima, come ad esempio eseguire un compito completamente nuovo per il dipendente, o introdurre e ampliare determinati concetti di cui ha una vaga comprensione.

Questo vale sia per la formazione tecnica, che per la formazione personale.

Coaching

coachingIl coaching colma il divario tra il "Lo so fare" e il "Lo faccio nel modo migliore".

È rivolto ai dipendenti che hanno già le conoscenze e le capacità, ma che incontrano problemi o barriere che impediscono loro di utilizzarli appieno e di raggiungere il loro massimo potenziale sul posto di lavoro.

Quando un membro del team vuole ottenere di più e nonostante l’impegno non vi sta riuscendo, un Coach può fare la differenza.

Il coaching aiuta coloro che vogliono migliorarsi a fare chiarezza su ciò che vogliono e sul perché lo vogliono.

Le fasi di azione sono progettate in base a ciò che il membro del team desidera fare per avvicinarsi all'obiettivo.

Gli incontri di coaching sviluppano consapevolezza delle proprie risorse e delle proprie caratteristiche e forniscono al membro del team la capacità di raggiungere l'obiettivo.

Il coaching è individuale, genera atteggiamenti positivi e tira fuori il vero potenziale del coachee, così si chiama il cliente.

Caratteristiche della Formazione e del Coaching a confronto

Riepilogando, le principali caratteristiche dei due interventi sono:FORMAZIONE,COACHING|Trasferimento%20di%20conoscenza,Migliorare%20le%20conoscenze%20o%20abilit%C3%A0|Spesso%20utilizzato%20nelle%20impostazioni%20di%20gruppo,Di%20solito%20colloqui%20individuali|Spesso%20fuori%20sede%20o%20in%20una%20struttura%20specifica,Di%20solito%20sul%20posto%20di%20lavoro|Spesso%20usato%20per%20nuovi%20assunti,Pi%C3%B9%20spesso%20usato%20con%20dipendenti%20esperti|Solitamente%20strutturato,Di%20solito%20non%20strutturato|Stile%20formale,Stile%20Informale%2C%20colloquiale|Incentrato%20sul%20raccontare,Incentrato%20sul%20chiedere

Perché investire sia nella Formazione sia nel Coaching

A questo punto alcuni imprenditori potrebbero chiedere:

"Perché dovrei investire tempo, sforzi e denaro nell'istruire qualcuno che è già stato addestrato?"

Una delle risposte a mio parere potrebbe essere:

"Perché in questo millennio sempre più competitivo, dove è nato il progetto di Impresa 4.0, non basta più partecipare, bisogna vincere."

Parallelamente all'ottimizzazione dei macchinari e alla loro interconnessione è indispensabile prevedere anche un’implementazione delle abilità del personale che ne è l’utilizzatore, ottimizzandone anche la capacità di lavorare in team coesi.

Nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, e diventeranno sempre più importanti il pensiero critico e la creatività.

Di fronte a scenari in rapida evoluzione, l’impresa ed i manager del terzo millennio devono attrezzarsi per cogliere tutti i benefici possibili.

Ma quando il coaching è inesistente, casuale, inadeguatamente finanziato o molto in basso nella scala delle priorità, i risultati di eccellenza non arrivano.

Forse se alcuni dei 60 miliardi spesi annualmente in formazione aziendale venissero ridistribuiti e ridefiniti in un attento mix di formazione / coaching, sicuramente il ROI per le aziende sarebbe molto più elevato.Mi chiamo Pierluigi Accornero e sono arrivato alla Programmazione Neuro Linguistica apparentemente per caso, un caso che solo due anni fra avrei chiamato coincidenza, ma che ormai sappiamo essere una di quelle sincronicità che il destino ci offre per cambiare e migliorare la nostra vita.

L’incontro con Franca e la mia innata curiosità mi hanno spinto ad esplorare il mondo della crescita personale e il fascino di queste materie mi ha sempre più coinvolto tanto da conseguire le certificazioni internazionali in PNL, sino a concludere il mio percorso di formazione con la certificazione di Coach.

Faccio parte del Team di PNLBENESSERE e collaboro all'organizzazione dei corsi.

Maggiori informazioni

Quando ho iniziato come Coach ero alla ricerca per trovare le migliori domande di coaching da fare ai miei Coachee.

Le scrivevo sugli spazi bianchi delle pagine dei libri di coaching che leggevo e ricordo di avere un enorme elenco di domande scritte su un quaderno che aggiornavo dopo le mie prime sessioni di coaching. Quando ho iniziato ho lavorato molto su Skype e mi ricordo che c'erano pezzi di carta, post-it e schede su tutta la mia scrivania.

Che tempi…

Le domande di coaching

Ricordo anche che mi confrontavo con i miei colleghi di corso e raccattando qua e là ho catalogato più di 100 domande di coaching da porre ai miei clienti.

Con tutto quel materiale ero sicura che sarei stata molto più efficace.

Dopo alcune sessioni di coaching, un collega mi chiamò per chiedermi se le “sue” domande mi avevano aiutato.

Ricordo che risi, dicendo che non era andata proprio come mi aspettavo, perché le domande non si adattavano perfettamente alla conversazione che avevo avuto con i miei clienti.

La verità sulle domande di coaching

Ci ho messo un po’ per capire che non c’è una domanda perfetta.

Il trucco è fare la domanda giusta al momento giusto, e ci vuole tempo per capire.

Si tratta di esercitarsi e testare le domande per verificare l’effetto che ottengono. E poi ho sperimentato il silenzio. Il silenzio è davvero d'oro quando si tratta di coaching.

Quindi, se stai cercando le migliori domande di coaching, e non necessariamente perché sei un coach ma perché dirigi un gruppo di lavoro, una squadra, o semplicemente se vuoi essere efficace nell’aiutare chi ti sta intorno e magari ha capito che la tua empatia ti può permettere di dargli una mano, allora condividerò con te qualche chicca che ti può dare una mano.

Le migliori domande di coaching sono quelle che fanno pensare davvero le persone. E’ la capacità di fare una domanda che attraversa tutti i preconcetti, le convinzioni, le vecchie idee e arriva al nocciolo del problema.

Semplice, ma non necessariamente facile.

Alcune delle mie domande di coaching

Queste sono le domande che faccio e che trovo incredibilmente utili:

"Qual è la cosa su cui ti piacerebbe lavorare, e che sarebbe un ottimo risultato per questa sessione?"

Questa domanda si è rivelata importantissima per me. Ed anche per il mio coachee. Era molto frustrante finire la sessione e non sapere se avevo effettivamente aiutato il mio cliente. Non avevamo stabilito nulla. Invece questa domanda ci dà la possibilità di sapere esattamente su cosa lavorare in quel tempo a disposizione, approfondendo quell'unica cosa che vorrebbe avere come risultato di quella sessione.

Uso questa domanda ad ogni sessione. Voglio che il mio cliente abbia chiaro quale sarà per lui un buon risultato da raggiungere nel tempo che abbiamo a disposizione e voglio potermi riferire a questo durante tutta la sessione. È l’obiettivo che darà la direzione alla coaching, mantenendomi in pista.

Questa domanda funziona perché i clienti vengono con una lista enorme di cose che vorrebbero cambiare/raggiungere e questa domanda li focalizza su un aspetto, li aiuta a mettere a fuoco cosa vogliono, li sta aiutando a dare una priorità.

Per me funziona perché mi fa comprendere le loro priorità, mi permette di mantenere l’attenzione sul loro obiettivo generale, gli sto fornendo risultati effettivi e soprattutto sto insegnando al cliente che il cambiamento richiede tempo (non è possibile conquistare il mondo in una sola sessione ma puoi avere un ottimo inizio!)

Altra domanda:

"Sospendiamo l'idea che non puoi fare … In questo momento cosa potrebbe essere possibile per te?"

Questa domanda obbliga il cliente ad andare oltre le opzioni logiche a cui ha già pensato ed andare oltre, perché questa domanda riguarda la sospensione della logica e l'attivazione del cervello creativo.

Quando uso questa domanda? Quando il cliente è bloccato in un ciclo di pensiero, non è in grado di fare qualcosa o si sente negativo. Funziona perché mi aiuta a portare il mio cliente in un luogo di possibilità, la sospensione della realtà consente al cervello creativo di dare il via al “tutto è possibile…”.

Creando una lista di possibili opzioni da esplorare, possono decidere quali opzioni sono fattibili e possono scegliere su quale concentrarsi.

Altra domanda potente:

"Cos'altro?"

Lo so, sembra una domanda stupida. Ti starai chiedendo: “Come può essere utile questa domanda?”
Non immagini quanto ​​estremamente potente è in una sessione di coaching. Ancor di più se sei agli inizi perché c'è la tendenza a voler riempire il silenzio quando il tuo cliente smette di parlare.

Quando usare questa domanda? Quando pensi che ci sia ancora qualcosa da dire al proposito oppure la butti proprio lì per mandare il tuo cliente in ricerca ulteriore di opzioni (il lato creativo viene fortemente stimolato). Funziona perché crea spazio affinché si possa pensare ad un’espansione della risposta.

Aiuta a creare più chiarezza e il tuo cliente condividerà ad un livello molto più profondo

Domanda:

"In che altro modo puoi guardare a tutto questo?"

Usando moltissimo la PNL, ritengo importante lavorare sul cambiamento di prospettiva. Troppo spesso non vediamo ciò che non siamo abituati a vedere! Iniziare a guardare alle cose in modo diverso può essere qualcosa che cambia la vita.

Utilizzo questa domanda quando il mio cliente ha difficoltà in una relazione, si trova in difficoltà con un particolare problema nel lavoro, negli affari, si sente bloccato ecc.

E’ una domanda potente perché abbiamo i nostri filtri che predeterminano in che modo vediamo le situazioni, i problemi, e il presupposto che nasconde questa domanda è che ci sono altri modi per percepire il problema, quindi il cliente può vedere una prospettiva completamente nuova attraverso questa domanda.

Domanda:

"Quanto e cosa sei disposto a fare ciò che è necessario per cambiare questa situazione?"

Questa è tosta ma è un vero tesoro!

Le persone si lamentano ma poi quando è ora di fare M.I.C. (muovere il c…..) fanno una gran fatica. E allora li metto davanti alla loro responsabilità.
Uso questa domanda quando il cliente parla di agire, ma non lo fa, quando l’azione da fare richiesta è grande ed impegnativa. E’ una domanda sfidante: sfida il mio cliente a considerare se è effettivamente disposto a fare ciò che serve.

Una nota utile sulle domande di coaching

La domanda nasconde un presupposto: che il cliente sia disposto a farlo e che sia solo questione di quanto e cosa sia disposto a fare! Meravigliose presupposizioni…

Inoltre aiuta il cliente ad avere le idee più chiare rispetto all'impegno richiesto, a trovare dentro di se ulteriori nuove risorse per affrontarlo, buttar fuori quelli che possono essere gli eventuali autosabotaggi, i limiti e quindi fare un’esplorazione più ampia.

Il più grande consiglio per le domande di coaching?

Basta ascoltare ed essere nel qui ed ora con il tuo cliente. Fidati del tuo intuito e sappi che verrà la domanda giusta se riuscirai a zittire il tuo dialogo interno abbastanza a lungo da poter ascoltare con il cuore!

Non riguarda te, riguarda il cliente ed il tuo punto di vista, il tuo giudizio sono il peggior nemico in agguato.

Se ti stai concentrando sulla prossima migliore domanda da fare, potresti perderti l'unica cosa chiave di cui ti sta parlando e che lo aiuterà a fare una svolta.

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È tempo di cambiamento.

Questa frase ricorre sempre e da sempre è sulla bocca di tutti come non fossimo sempre e comunque in un mutevole e profondo stato di cambiamento.

Cambiamento… Perché?

Aristotele diceva

"il tempo non esiste senza movimento e mutamento"

e anche il più contemporaneo Leibniz riteneva che il tempo non possa esistere senza il cambiamento.

Non occorre certo tornare sui banchi di scuola per capire che il concetto di Tempo e di Cambiamento sono intimamente legati come non occorre essere uno studente di Filosofia per scoprire quello che già sappiamo: il tempo ci cambia sempre e comunque che noi lo vogliamo o meno.

No! Non parlo solo dei cambiamenti fisici, quelli sono evidenti e sotto gli occhi di tutti.

Parlo di cambiamento emotivo e cambiamento mentale e della profonda trasformazione che ognuno di noi è chiamato a compiere nella sua vita.

Assistere al cambiamento di sé stessi

Ogni giorno, infatti, ci scontriamo con la nostra personalità e il nostro carattere.

Ma cos’è davvero la personalità?

E cos’è il carattere?

Enrico Cattonaro, nell’ Enciclopedia filosofica, ci ha donato una bellissima ed esaustiva spiegazione:

"Abitualmente con il termine personalità ci si riferisce all'intera organizzazione mentale dell'essere umano in ciascuno stadio del suo sviluppo, mentre con il termine carattere si sottolinea piuttosto l'aspetto oggettivo della personalità, il suo manifestarsi concreto attraverso un tipico comportamento, un costante modo di reagire di fronte all'ambiente, per cui acquista rilievo particolare il lato affettivo e volitivo della personalità stessa."

Per chi si occupa di formazione l’obiezione più comune è sempre la stessa

“Sono fatto così e non posso farci nulla”.

Questo concetto più che questa frase, me la sono sentita ripetere infinite volte e in tutte le salse.

Il fatto è che non si capisce che non esistono mezzi termini nella crescita personale come non esistono vie di fuga al cambiamento.

Ti vorrei spiegare meglio questo concetto se mi permetti di farlo.

Il cambiamento e la tigre

C’è un antico detto cinese che recita

"Ognuno di noi va a dormire ogni notte con una tigre accanto. Non puoi sapere se questa al suo risveglio vorrà leccarti o sbranarti."

Qual è il suo significato?

La tigre, nella realtà dei fatti, siamo noi stessi, con i nostri pregi ma anche con i nostri limiti e i nostri difetti.

La tigre siamo noi con il nostro carattere e la nostra personalità.

Ognuno di noi ha due scelte davanti: o essere in balia del tempo che tutto muta e trasforma oppure cavalcare la tigre e…

 "Chi cavalca una tigre non può più scendere."

Ecco allora spiegato perché la crescita personale non ha mezzi termini.

Se non monti sulla tigre fai male ma se ci monti e scendi ti fai malissimo.

Ansia, paura e consorelle sappiamo benissimo che possono essere combattute.

L’uomo ha scoperto, nel tempo, tantissimi strumenti utili per facilitare il cambiamento e felicità, autostima e benessere sono solo alcuni aspetti del rovescio della medaglia.

"Sono fatto così e non posso farci nulla"

è solo una banale frase che la tua mente recita a se stessa come un mantra che di mantra non ha nulla poiché non ha nessuna connotazione positiva.

Per cavalcare la tigre certo occorre coraggio ma quanto coraggio occorre nello svegliarti ogni giorno con te stesso non sapendo se ti leccherai o ti sbranerai?

Il cambiamento come dovere non come diritto

Non diventa più logico, allora, migliorarti e migliorare la tua vita ogni giorno?

Cambiare in meglio è un dovere per l’uomo più che un diritto e, come sai, nessuno ti regala nulla.

Tutto va guadagnato per essere utilizzato poiché siamo noi gli artefici della nostra realtà, frutto non di cosa ci accade, ma di ciò che facciamo con quello che ci accade.

Così "far accadere il cambiamento" è molto diverso dal "provocare il cambiamento".

Partendo dalla constatazione concreta che il cambiamento siamo sempre noi a provocarlo con le nostre azioni, i nostri pensieri, i nostri stati d’animo in quanto alteriamo la realtà che ci circonda, diventare artifici e protagonisti del proprio destino e ben diverso dal subirlo passivamente, come delle comparse qualunque.

 E come otteniamo questo?

Generando il cambiamento e gestendolo.

Solo in questo modo passeremo dalla posizione di chi costruisce ciò che subisce a quella di chi costruisce ciò che gestisce.

Vuoi cambiare?

Compartecipa al tuo cambiamento investendo su te stesso.

Vuoi saperne come?

Ti piacerebbe acquisire degli strumenti potenti che ti permetteranno di comunicare con gli altri in modo efficace?

Vuoi iniziare ad utilizzare con te stesso un dialogo interno utile e non sabotatore?

Se ti dicessi che posso trasmetterti degli strumenti che hanno il potere di far cambiare il tuo stato d’animo in modo immediato, come anche permetterti di decodificare i tuoi processi inconsci o quelli di chi ti sta di fronte, perderesti questa opportunità?

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