Qual è il connubio tra la PNL e la Persuasione?

Sia che tu stia scrivendo un annuncio, un messaggio di posta elettronica ad un amico, un promemoria per i colleghi d’ufficio o per un familiare, o cerchi di convincere un gruppo di persone ad aderire al tuo pensiero, devi conoscere i metodi che i principali persuasori usano per cambiare come le persone stanno pensando ed indurli ad agire.

Non c’è niente di sbagliato in tutto questo: ogni volta che vogliamo “convincere” quindi “vincere con” qualcun altro, abbiamo bisogno di stabilire sintonia, di convincerle eventualmente a cambiare idea, a farle agire affinché la nostra interazione sia positiva per entrambi.

Influenza e la Psicologia della Persuasione

Dal mio punto di vista persuadere è quell'abilità di convincere gli altri sul reale valore delle nostre idee.

Non è fregare gli altri, non è fargli passare per vero ciò che invece non è ma semplicemente rendere possibile per l’altro un nuovo punto di vista.

Le parole hanno il potere di creare emozioni, motivare e ispirare, infondere paura e, come esamineremo da vicino in questo post, persuadere.

Ti mostrerò come puoi utilizzare queste indicazioni per avere una comunicazione più efficace e capace di convincere.

PNL e Persuasione

La premessa della PNL in poche parole, è che il linguaggio è legato ai nostri pensieri, alle nostre emozioni, abitudini e comportamenti.

Il linguaggio ha il potere di influenzare i pensieri, consci e inconsci, nonché i comportamenti e le abitudini ... immagina il potenziale delle parole che dici e chiedi a te stesso come potrebbe trasformarsi la tua realtà se i tuoi messaggi avessero la capacità di persuadere, ispirare e motivare all'azione.

Esaminiamo alcune semplici "parole potenti" e vediamo come applicarle efficacemente alla nostra comunicazione.

Hai mai detto a qualcuno che eri d’accordo con lui ma poi hai replicato proponendo il tuo punto di vista?

Probabilmente la persona si è allontanata concentrandosi non sulla tua conferma, ma invece tenendo molto più in conto quello che hai replicato..

Se è così, questa è una dimostrazione del potere di cancellare un pensiero che la parola "ma" ha.

Alcuni esempi di persuasione

Si è vero quello che dici ma io penso che ….

Qual è la percezione?

La percezione è che dici che è vero ma nella realtà vuoi che sia quello che io penso che risulti evidente.

Come posso quindi utilizzare quindi a mio vantaggio il “ma” ?

Io penso che…. ma è anche vero quello che dici..

Fa un altro effetto, giusto?

Quando si consegna un messaggio in cui si desidera prendere in considerazione più pezzi e legarli insieme dando a tutti la stessa importanza e combattere l'effetto simile ad una cancellazione dato dalla parola "ma" possiamo utilizzare la parola “e”.

Questa agisce come collante tra i due concetti e ti permette di aggiungere un seguito a ciò che il tuo interlocutore ha detto, senza che il suo punto di vista venga messo in secondo piano.

Si è vero quello che dici e io penso che …

Un’altra parola utile nella persuasione è il “perché”.

Quando diamo un perché alle persone, è più facile che queste prendano per buona l’idea proposta.

La parola perché consente di collegare due idee e implica che la prima abbia provocato l’altra.

Potresti prendere in conto questa possibilità perché se fai come hai sempre fatto difficilmente cambierà qualcosa..

Ancora utilissimo è il “perché no?” Lo scopo è quello di trasformare un secco no in un possibile si!

Quando chiediamo il perché del rifiuto, le persone sono obbligate a fornire una motivazione al loro no e quindi creare la possibilità di gestire da parte nostra l’obiezione. Inoltre più le motivazioni sono deboli, più si indebolirà nella mente del nostro interlocutore la certezza del proprio no.

Yes Set la persuasione nella vendita

Un’altra parola utile nella persuasione è “si”.

Si ripetuti creano una vera necessità nella mente dell’altro di mantenere buono quel si rispetto a tutta l’interazione.

Mi spiego meglio.

Quando portiamo l’interlocutore a risponderci con dei si ripetuti a delle piccole o poco importanti richieste, sarà portato a rispondere si anche a richieste più grandi e più importanti.

In vendita la chiamano la tecnica del Yes Set, una tecnica che utilizza domande che portano a creare un campo affermativo dove la persona, portata a rispondere si più volte tenderà a continuare a farlo, e questa tecnica è efficace sia nell'interazione con una persona che con un gruppo.

Ovviamente non sono solo le parole che utilizziamo che determineranno se saremo o no persuasivi, viene incluso tutta una serie di comportamenti ed atteggiamenti che predispongono l’altro a starci ad ascoltare ed accettare la nostra idea.

Ti parlerò delle leggi della persuasione studiate da Robert Cialdini nel prossimo post!

Resta sintonizzato.

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La motivazione è un elemento chiave della Programmazione Neurolinguistica.

Ci sono molti strumenti che possono essere usati individualmente, oltre che in combinazione l'uno con l'altro nella PNL, per motivare te stesso o un'altra persona.

Quello che pochi considerano è come la motivazione può essere stimolata a più livelli attraverso diversi tipi di obiettivi, salla parte più cosciente di noi, sino all'inconscio.

Neurolinguistica e obiettivi

Vediamo quali tipi di obiettivi e attraverso quali livelli possono generare il cambiamento attraverso la Neurolinguistica.

Programmazione Neurolinguistica, obiettivi e ambiente.

Ci sono obiettivi che stabiliamo in relazione al cambiamento del nostro ambiente.

Che si tratti di cambiare casa, trovare un nuovo lavoro, migliorare il giro di amicizie, creare una start-up o guadagnare di più, stiamo scegliendo obiettivi che cambieranno inevitabilmente il tuo ambiente.

Sono cose che possono essere viste, toccate, vissute da noi stessi ma che cambiano anche ciò che sta fuori di noi, coinvolgono altre persone.

Programmazione Neurolinguistica, obiettivi  e comportamenti.

Possiamo scegliere obiettivi che coinvolgono i nostri comportamenti, ad esempio smettere di fumare, mangiare sano, una routine di allenamento, alzarsi presto al mattino, leggere di più..

Questi obiettivi vanno a modificare ciò che facciamo, le nostre abitudini, le azioni che mettiamo in atto.

Anche questi a loro volta hanno la capacità di modificare il nostro ambiente: vivremo in un ambiente più sano, incontreremo probabilmente persone diverse, frequenteremo ambienti diversi.

Programmazione Neurolinguistica, obiettivi  e capacità/abilità.

Posso stabilire degli obiettivi sull'apprendimento di una nuova abilità, tipo imparare a nuotare, studiare la Programmazione Neurolinguistica, imparare una lingua, usare il computer..

Questo tipo di obiettivi vanno ad implementare le mie abilità personali, mi permettono di evolvere le mie capacità.

E quanto obiettivi di questo tipo andranno ad influire sugli altri livelli?

Quando avrò studiato la Programmazione Neurolinguistica i miei comportamenti inevitabilmente cambieranno, quando avrò imparato a nuotare o avrò appreso una nuova lingua frequenterò ambienti diversi.

Programmazione Neurolinguistica  Programmazione Neurolinguistica, obiettivi,  valori e convinzioni.

I nostri valori sono le fondamenta che ci guidano e come le convinzioni, spesso siamo molto meno consapevoli di quali ci appartengono.

Avere obiettivi in relazione ai nostri valori e alle nostre convinzioni, significa

I valori sono molto meno consapevoli, come lo sono le credenze. L'impostazione degli obiettivi in ​​relazione ai nostri valori o le nostre convinzioni, potrebbe corrispondere al cambio di una convinzione limitante.

Il mio obiettivo potrebbe essere quello di credere che posso fidarmi delle persone.

E questa nuova convinzione (con relativo valore fiducia) andrà ad influenzare la mia capacità di comunicare, ad esempio, influenzerà i miei comportamenti ed il mio ambiente.

Programmazione Neurolinguistica  Programmazione Neurolinguistica, obiettivi e identità.

L’obiettivo che posso scegliere su questo livello, sarà un obiettivo che andrà a cambiare l’idea di chi sono. E quando cambio idea di chi sono, cambiano le mie convinzioni, le mie capacità, i miei comportamenti ed il mio ambiente.

Esiste ancora un livello, quello della spiritualità.

Voler realizzare la propria Mission, vivere per manifestare il nostro scopo, fare la differenziata, amare l’ambiente e rispettarlo, manifestare la propria fede, sono tutti obiettivi relativi alla propria spiritualità.

E provate ad immaginare come, un cambio di paradigma a questo livello, possa influenzare tutti i livelli sottostanti.

Come avrai potuto notare, la cosa più interessante è che gli obiettivi raggiunti a livello più alto, spiritualità, identità, valori e convinzioni, determineranno un cambiamento evidente nei livelli inferiori.

Ad esempio, scoprire qualcosa di te in termini di identità, metterà in moto una serie di cambiamenti sui vari livelli che si trasformeranno in obiettivi raggiunti anche se non li avevi mai messi in conto. Cambieranno le tue abilità, le tue abitudini e il tuo ambiente.

Ma attento! È vero anche il contrario.

Anche i cambiamenti nei livelli inferiori possono apportare cambiamenti (e generare nuovi obiettivi) anche a livello superiore. Ad esempio, una persona che si trasferisce in un altro paese imparerà nuove abilità, genererà nuove abitudini, adottando nuovi valori e cambiamenti a livello d’identità e potrà addirittura causare una modificazione a livello spirituale.

A volte, impostare gli obiettivi nella parte inferiore dei livelli, fornisce una traiettoria per andare a modificare i livelli superiori.

Perché te lo dico?

Perché scegliere obiettivi da realizzare rispetto ai livelli inferiori è più facile e questo può generare il cambiamento in ogni livello.

Tieni presente che stabilire gli obiettivi sui diversi livelli può essere estremamente utile. Sarà utile stabilire una serie di obiettivi a breve termine all'interno dell'ambiente, dei comportamenti e delle abilità, e obiettivi a lungo termine all'interno della parte superiore dei livelli.

Essere consapevoli di questi livelli e di come obiettivi specifici si adattano perfettamente al contesto, ti fornirà una consapevolezza completamente nuova.

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INFORMAZIONI E PRENOTAZIONE

Quando i miei corsisti terminano un corso di formazione in PNL, la domanda che spesso sento rivolgermi è:

“Ma adesso posso utilizzare questi strumenti con gli altri, oltre che con me stesso?”

È davvero una domanda molto frequente, poiché i corsisti escono dal corso di formazione in PNL così carichi, motivati, con una cassetta a disposizione piena di attrezzi per migliorare la propria e l’altrui vita, che hanno una gran voglia di mettere in pratica.

E allora ho deciso di scrivere un post sul blog, così che questa informazione possa essere a disposizione per tutti quelli che hanno fatto PNL in modo serio e si fanno la stessa domanda.

Corso di formazione in PNL

La mia risposta alla domanda sull'opportunità o meno di utilizzare le conoscenze acquisite in un corso di formazione in PNL , con i membri della propria famiglia non può essere assoluta, poiché ci sono molti fattori che differenziano persone e situazioni.

Fare PNL in famiglia e con gli amici, è una sfida essenzialmente per due punti:

  1. C’è bisogno che ti accettino nel tuo ruolo di praticante della PNL (cosa non facile)
  2. C’è bisogno della tua totale neutralità e distacco dalle situazioni (cosa non facile)

Come si dice, nessuno è eroe in patria!

Uso delle conoscenza acquisite

Ma il fatto che possa essere cosa non facile, non significa che sia impossibile.

Lo sai, abbiamo fatto nostro il presupposto che nulla è impossibile! 🙂

Provaci ed in caso di dubbio, puoi far sempre riferimento alla tua percezione, perché se manca una delle due componenti elencate sopra, è meglio lasciar stare. Puoi anche pensare di chiedere un consiglio ai tuoi insegnanti e farti consigliare da loro.

Indicazioni e consigli

Ti do qualche indicazione per regolarti in relazione alla famiglia, così è come faccio io e sinora ha sempre funzionato.

  1. Non mi approccio ai membri della famiglia in alcuna veste ufficiale. Se sento che ce n’è la necessità (o se mi chiedono un parere rispetto qualcosa che li preoccupa), faccio con loro delle chiacchierate dove utilizzo le domande per allargare il loro punto di vista, per incoraggiarli, per vedere il positivo delle situazioni.
  2. A volte spiego loro alcuni concetti della PNL o fornisco loro informazioni sulla metodologia, in modo che possano usarli da soli. Ad esempio tutti in famiglia sanno dell’incapacità della mente di processare il "non", oppure che possono prepararsi ad una situazione immaginandola precedentemente, giusto per citare un paio.
  3. Sicuramente utilizzo la PNL e il Milton Model quando comunico con loro, così che il loro inconscio faccia proprie le varie suggestioni positive che rimando.
  4. In casi di emergenza ho usato le varie tecniche che conosco, ad esempio una volta utilizzai una tecnica per tranquillizzare mia mamma in preda ad una crisi d’ansia

E con gli amici come utilizzare quello che hai appreso in un corso di formazione in PNL?

Faccio esattamente le stesse cose, a volte addirittura mi spingo un po’ più in là, a patto che mi accettino completamente come professionista.

Anticipo che nessuna situazione che mi riguarda personalmente sarà presa in considerazione e se questo succede mi sento libera di declinare quanto iniziato e questo vale reciprocamente. Sono il miglior allenatore per loro.

Cha sia in famiglia, che sia con gli amici, non mi occupo di nessun argomento che mi riguarda, o che anche solo indirettamente mi coinvolga.

Ho bisogno di sentirmi neutrale, non emotivamente coinvolta. Se questo non succede, non riesco ad essere neutrale e quindi evito, poiché non sarei di nessun aiuto. Piuttosto propongo di essere accompagnati da qualche collega che sicuramente saprà fare meglio.

Poiché però, i tuoi amici e la tua famiglia non sono miei, devi fare la tua scelta personale. Tuttavia, i punti che ti ho elencato sopra non dovrebbero essere presi alla leggera.

Se ti sfiora il dubbio che sia meglio che tu non faccia, non fare! In questo caso, il “non fare” può essere benefico.

La mia regola personale è sempre quella: quando sono nel dubbio, faccio riferimento a precedenti esperienze o chiedo consiglio a qualche collega. Questo per me ha sempre funzionato bene nel prendere la decisione a chi dovrei o non dovrei fare coaching o insegnare la PNL tra i miei amici e familiari.

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Come migliorare e crescere come persone?

Perché manteniamo spesso una presa così forte sui nostri vecchi modi di fare anche quando ci rendiamo conto che non ci sono utili?

Cosa impedisce a molti di noi di poter attingere a buoni consigli ricercati, alle competenze apprese in un corso di crescita personale, un libro, un percorso di coaching?

Quando iniziamo ad informarci su queste tematiche, è perché sentiamo dentro di noi la curiosità, il desiderio di evolverci, di migliorare e crescere come persone.

E allora perché poi non mettiamo in pratica?

Cosa deve realmente accadere affinché tu possa migliorare e crescere?

Nella mia esperienza di coach, ho riconosciuto tre importanti motivi per cui questo accade.

Ciò che facciamo soddisfa i nostri bisogni

Tutto quello che facciamo, lo facciamo perché ha un senso, un’utilità a livello inconscio, anche se razionalmente ci sembra che sia un comportamento da eliminare.

Gli esseri umani, indipendentemente dalla razza, dall'estrazione sociale, dalla religione, dal credo politico e dalle esperienze, vecchi o giovani, ricchi o poveri, hanno la necessità di soddisfare il bisogno di sentirsi sicuri, importanti, amati e mettere un po’ di pepe nella vita.

I vecchi comportamenti soddisfano pienamente questi bisogni..

Pensa a quanto può farci sentire sicuri continuare a fare quell'azione che ormai conosciamo a memoria o frequentare quell’ambiente che ci è così familiare, anche se non va proprio in direzione del cambiamento che vorremmo apportare..

Ecco perché poi mettere in pratica quello che abbiamo imparato risulta impegnativo e questo limita il nostro migliorare e crescere come persone.

Le persone tendono a non agire in modo nuovo, anche se si rendono conto che sarebbe meglio.

Soddisfare quei bisogni è di vitale importanza, ne va del nostro equilibrio e se ho a disposizione mezzi già collaudati, mi illudo che sia meglio utilizzare quelli.

Ci si riconosce nei vecchi comportamenti

Siamo portati a credere che i nostri comportamenti corrispondano alla nostra identità.

Ci riconosciamo in essi e cambiare può dare l’impressione di non potersi riconoscere più!

Questo è tanto vero quanto il cambiamento da mettere in atto ha a che fare con la nostra fisicità.

Dopo una dieta, le persone fanno fatica a riconoscersi nella nuova immagine che risulta distorta. Spesso le persone continuano a vedersi grasse anche quando ormai sono ad un soffio dal peso forma.

Riconoscerci, avvalorare la nostra identità è essenziale per il nostro equilibrio psichico, abbiamo bisogno di sapere chi siamo ed ecco che allora cambiare comportamenti, modi di pensare rischia di minare l’idea che abbiamo di noi stessi.

Rischiamo di non avere più un’idea chiara di chi siamo, subentrano i conflitti interni, quel dialogo interiore che mette in discussione tutto...

Come possiamo migliorare e crescere come persone se questo accade?

Abbiamo vecchi schemi abitudinari

Il nostro cervello ha l’esigenza di risparmiare tempo ed energie, per questo impara velocemente ed immagazzina l’informazione ricevuta.

Le nostre giornate sono piene di schemi abitudinari ripetuti a livello inconsapevole, prova a pensare a quanto inconscia sia la tua abilità di guidare ad esempio.

Il nostro inconscio apprende e crea degli schemi ripetibili, così da far prima e con poca fatica.

Una specie di corsia preferenziale che imbocchiamo in modo automatico, senza pensarci, che ci porta a ripetere quello che conosciamo bene.

Diventa perciò difficile adottare nuovi comportamenti ed abitudini, diventa difficile migliorare e crescere come persone, creare nuovi stili di pensiero, perché la mente continua a riproporci automaticamente quello che già conosce ed ha ripetuto migliaia di volte.

Di conseguenza, le persone spesso lavorano contro se stesse quando vogliono cambiare - e non riescono neanche a vederlo mentre lo fanno. Di conseguenza, sono frustrati e confusi dai loro ripetuti fallimenti relativamente al cambiamento che vogliono apportare nella loro vita.

Come possiamo fare allora per avviare quel cambiamento che tanto desideriamo?

Tre consigli per te per migliorare e crescere:

  1. Guarda in faccia i tuoi autosabotaggi

    Renditi conto di tutte quelle volte che stai andando in automatico. Tutte quelle volte che ti ritrovi a fare esattamente il contrario di quello che avresti voluto mettere in atto, fermati e individua quale bisogno sta soddisfando quel modo di fare (o di pensare) che vorresti abbandonare.
    Inizia ad essere più consapevole di quello che fai, resta presente a te stesso mentre agisci e quando ti rendi conto che l’automatismo si è innescato, scegli di adottare un comportamento (o pensiero) più utile.

  2. Sii compassionevole con te stesso

    Se incominci ad insultarti perché ti sei ritrovato a utilizzare sempre lo stesso schema, non funziona.
    Sei una persona che sta lavorando per la sua trasformazione e che ha bisogno di tanto incoraggiamento e fiducia in se stessa. Parlati con dolcezza, sii compassionevole riguardo te stesso, un elefante si mangia un boccone per volta quindi anche tu avrai bisogno di piccoli passi per arrivare al tuo obiettivo.

  3. Non siamo perfetti

    Il nostro più grande è l’assolutismo. Le cose o sono bianche o sono nere, dimenticando le innumerevoli, affascinanti ed intriganti sfumature di grigio che ci caratterizzano.
    Non siamo perfetti e se inseguiamo l’ideale di perfezione, difficilmente riusciremo mai a partire. Inizia a fare quello che vuoi fare per come sai farlo, non importa se non corrisponde a quello che ti aspetteresti da te stesso, c’è un detto che dice che “fatto è meglio che perfetto”.
    Se insegui la perfezione rischi di non metterti mai in azione. Agisci. Fai. Al meglio che puoi.

Dopo aver sviluppato l'autocoscienza compassionevole, non solo le persone possono capirsi e relazionarsi meglio con se stesse, ma possono pensare in modo diverso al loro impegno per cambiare. Potrebbero vedere come hanno sabotato o preso poco in considerazione gli sforzi precedenti; è utile riprovare a mettere in atto quei cambiamenti ma con un atteggiamento o un approccio diverso.

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