Motivazione: l’insieme dei bisogni, desideri o intenzioni che prendono parte alla determinazione del comportamento e che conferiscono a questo unità e significato

Chissà quante volte hai iniziato qualcosa

E sei partito con l’entusiasmo a mille!

Fichissimo!

La motivazione

Quando iniziamo qualcosa di nuovo ci sentiamo dei leoni ruggenti pronti ad affrontare qualsiasi ostacolo.

Abbiamo la motivazione altissima, sappiamo cosa vogliamo e non siamo disposti a barattarlo per niente al mondo.

Le idee le abbiamo chiare: sappiamo che se abbiamo scelto di fare quella determinata azione è perché è importante, per la nostra vita, per la nostra professione, per la nostra felicità.

Perché è fichissimo all'inizio e dura tutto per un po’ di tempo…

Poi… un po’ alla volta la motivazione cala, arrivano le prime difficoltà…

Che arrivano, è inevitabile.

Se penso a tutte le volte che mi sono ritrovata in questa condizione, se fossi stata capace di arrivare sempre fino in fondo a quest’ora non lo so nemmeno io dove sarei 😉

Invece le difficoltà smorzano l’entusiasmo, la motivazione tende a scemare, e quelle stesse difficoltà ci convincono che non vale la pena di insistere, che non ce la faremo mai, che non siamo capaci, validi abbastanza o peggio ancora che non ce lo meritiamo.

Cosa è capace di fare la mente…

Lavora per preservarci, per non farci fare fatica, per alleviarci il dolore di una sconfitta.

Bè, sappi che quando vorresti mollare sappi che ce n’è ancora..

E ti allego un video che vale davvero la pena di ink da andare a sbirciare e scusa se non sono riuscita a metterti direttamente il video, perché non sono riuscita a scaricarlo da nessuna parte.Quest’uomo, mio concittadino, non si è lasciato abbattere dalle difficoltà ma ha mantenuta alta la motivazione, uscendo egregiamente dalla gabbia dorata in cui avrebbe potuto chiudersi (e avrebbe avuto tutte le sante ragioni per restarci visto quanto gli è capitato) ed addirittura superando se stesso.

Ripeto: ricorda che quando vorresti mollare, sappi che ce n’è ancora!

Motivazione e obiettivi

Io sono sicura che se mi segui nel ragionamento, potrai scoprire perché a volte la tua motivazione salta e decidi di mollare anche quanto ce ne sarebbe ancora..

Intanto sappi che succede perché mettiamo in pista troppa roba! Pensa al 1 gennaio, quando la lista dei buoni propositi occupa due fogli protocollo..

Riportiamo gli obiettivi mancati l’anno precedente, e poi di quello prima ancora e iniziamo con quella che crediamo sia la giusta motivazione ma probabilmente di quegli obiettivi non ce ne importa un fico secco.

Li mettiamo nella lista perché "li dobbiamo mettere", perché pensiamo che raggiungendoli facciamo contento qualcuno/otteniamo qualcosa ma in realtà ci interessano poco.

Quindi meno carne al fuoco ma quella giusta!

Sceglili con accuratezza gli obiettivi che vuoi raggiungere, scegli quello per cui vale davvero la pena di impegnarsi, altrimenti finisce che li abbandoni dopo poco tempo, alimentando un’idea di te stesso non proprio utile.

Inizierai a pensare che sei uno che molla, uno che non ha costanza.

Ma ricordati che capire che cos'è che vuoi davvero è già un grande passo avanti ma non ti garantisce dosi massicce di motivazione tali da ottenerlo.

Quello che tiene alta la motivazione è sapere perché lo vuoi!

Il nostro amico Marco Maria, ha dovuto affrontare sfide importanti eppure sapeva che lo voleva ma soprattutto sapeva perché lo voleva.

Marco Maria voleva tornare in sala operatoria ed essere di aiuto ai suoi pazienti con la sua professionalità e la sua generosità, voleva tornare a vivere una vita normale per quanto gli fosse consentito, voleva vincere ancora sfide importanti.

Sapeva esattamente perché valeva la pena di fare tutto quello che è stato necessario fare per portarlo, oggi, ad essere in sala operatoria imbragato in un’armatura che gli consenta di continuare a fare il medico in sala operatoria.

Tu lo vuoi perché senti un fuoco dentro che ti spinge in quella direzione oppure per ricevere una ricompensa oggettiva o morale dall'esterno? Per una gratificazione che ti arriva dagli altri?

Motivazione: passato, presente e futuro

Tieni poi presente che alcuni obiettivi possono aver bisogno di tempo per essere raggiunti e guardare a tutta la strada che c’è ancora da fare può demotivare. Ma se tanta strada c’è da fare, tanta ne è stata fatta e tu è lì che devi portare la tua attenzione.

A tutto quello che hai già fatto/ottenuto/superato/raggiunto e premiarti e complimentarti per questo.

Se sei arrivato sino a lì è tutto merito tuo, della tua tenacia, della tua determinazione, del tuo coraggio, della tua grinta, della tua motivazione.

Non sottovalutare la strada fatta solo perché ce n’è ancora da fare.

Focalizzati su piccoli passi quotidiani, su quello che occorre fare sino a sera, così da andare a dormire soddisfatto per come è andata la giornata.

Come si mangia un elefante? Un boccone per volta!

(Scusa elefante, è solo una metafora  🙂 )

Ed infine sappi che se il dolore è sicuramente una leva importante nell'immediato per farci mettere in azione, sul lungo termine non regge.

Devi far leva sul piacere, se vuoi continuare ad allenarti con costanza, se lo fai solo perché hai paura di mettere su peso, o perché ti vergogni a mettere il costume quest’estate, non riuscirai a mantenere la motivazione necessaria per perseverare.

Il tuo cervello registrerà quell’azione come qualcosa legata ad un pensiero spiacevole, ad un dolore appunto, che se può spingerti a fare qualcosa non mantiene la leva giusta che ti permette di continuare.

Spero di averti dato qualche spunto per riflettere su cosa è per te la motivazione e su cosa fare per mantenerla alta.

Ti auguro un motivo forte da spingerti all'azione con continuità.

Franca

La parola Leader oggi non ha la stessa accezione del passato: una volta il Leader era il capo politico, il capo militare, il personaggio che sapeva infiammare le piazze (Martin Luter King ed il suo "I have a dream").

Insomma una persona che aveva il comando, aveva potere decisionale e forte carisma.

Oggi essere Leader significa essere capaci innanzitutto di governare se stessi, infatti se scorriamo gli annunci di ricerca di personale troviamo spesso

"persona con spiccate doti di leadership".

Quindi non più qualcuno che sia Leader degli altri ma che sappia essere Leader di se stesso.

Perché solo così  si potrà diventare Leader per gli altri.

Quando diventi Leader di te stesso, diventi un modello di riferimento per gli altri, diventi carismatico e le persone avranno voglia di seguirti; qualcuno avrà voglia di scoprire cosa c’è di diverso in te, così da poterlo modellare, qualcun altro deciderà di seguirti perché vede in te una persona affidabile, che sa quello che vuole.

Ma come si diventa Leader di te stesso?

Ho scelto 8 punti essenziali comuni alle persone che sono diventate Leader di se stesse.

  1. Il Leader è una persona con un particolare atteggiamento nei confronti della vita. E’ positivo e propositivo, guarda alle opportunità piuttosto che alle difficoltà, si assume le responsabilità delle sue scelte invece che incolpare gli altri o le situazioni, è fiducioso nel futuro e fondamentalmente è una persona che ama imparare, non è superficiale ma gli piace saperne di più.
  2. Di conseguenza un Leader è una persona che sa decidere. Sa assumersi la responsabilità delle sue decisioni, non si fa influenzare da quello che succede all’esterno, anche se lo tiene in debita considerazione, ma decide in autonomia. E’ colui che decide velocemente dopo aver preso in esame vantaggi e svantaggi e difficilmente cambia idea, l’esatto opposto che fanno la maggior parte delle persone che ci mettono un secolo a decidere e alla prima difficoltà cambiano idea.
  3. Un Leader sa gestire le sue emozioni, sa governarle e non si lascia schiacciare dall’emotività. Ciò non significa che non prova emozioni ma le gestisce, sa di avere dentro di sè tutte le risorse utili per superare quel momento di empasse. E’ proprio questa sua capacità che gli permette di essere Leader di un gruppo, poiché riesce a mantenere il giusto “sangue freddo”
  4. E’ naturale che questo tipo di persona ha convinzioni forti ed utili verso se stesso, gli altri e il mondo. Crede in se stesso, nelle sue capacità, nelle sue risorse. Crede che anche nelle altre persone ci sono potenzialità innate che hanno solo bisogno di essere messe in luce. Crede che il mondo sia un posto in cui valga la pena vivere, un posto da esplorare e conquistare.
  5. Un Leader sa usare a suo vantaggio la mente. E’ un visionario, cioè sa vedere in anticipo quello che succederà, semplicemente perché crede nella riuscita dei suoi progetti, crede di avere tutte le capacità per realizzare risultati. E sarà proprio quella sua abilità ad usare la mente, utilizzando un buon dialogo interno, delle buone immagini che genereranno delle buone sensazioni interne, che gli permetterà di ottenere quei risultati.
  6. Conosce quelli che sono i suoi bisogni e sa come fare per soddisfarli in modo funzionale ed utile. E’ libero da condizionamenti esterni, sa che i suoi bisogni hanno bisogno di essere soddisfatti perché diversamente si manifesteranno sotto forma di conflitti interni, di autosabotaggi. Sa che quella parte di se che vuole sentirsi sicura è forte quanto quella che vuole sentirsi amata e considerata, ad esempio, e deve soddisfare entrambi questi bisogni per essere in equilibrio.
  7. Un Leader ha obiettivi Proprio perché non è condizionato dall’esterno, sa esattamente quello che vuole e utilizza l’atteggiamento giusto per raggiungerlo. Non si lascia abbattere dalle difficoltà (tra l’altro inevitabili) ma anzi trova nelle difficoltà la motivazione per andare avanti, per impegnarsi di più, per rivedere la sua strategia. E’ lì che vuole arrivare e farà di tutto per arrivarci.
  8. Una persona capace di tutto questo, non passa inosservata. E’ una persona che in famiglia, in ufficio, nel gruppo non può far altro che emergere tra tutte quelle che hanno un atteggiamento più rinunciatario, sfiduciato, poco convinto. Diventano quindi un modello di riferimento, vengono scelte per essere Leader per gli altri, diventano persone che sanno influenzare positivamente ed hanno abilità per accompagnare gruppi, squadre, aziende. Ma anche solo semplicemente influenzare in maniera positiva le persone che ci stanno intorno, i nostri familiari, i nostri figli, i nostri partner.

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Sempre più spesso le persone mi chiedono se sia possibile fermare gli attacchi di panico con la PNL e come la Programmazione Neuro Linguistica possa davvero venire in soccorso in queste situazioni.

Gli attacchi di Panico

Chi non conosce una persona che ha sofferto o soffre ancora tutt'oggi di attacchi di panico?

Gli attacchi di panico sono sempre più diffusi, per varie ragioni.

Già nel 2013 Repubblica.it ci raccontava che 10 milioni di Italiani hanno vissuto almeno una volta nella vita questa esperienza e, per il 20% dei casi, si tratta di una situazione grave se non gravissima, che sfocia in situazioni croniche.

I “disturbi di panico” comportano, infatti, manifestazioni psicosomatiche come:

Paura di morire e Paura di impazzire

Gli attacchi di panico, in stadi cronici, quindi, non vanno sottovalutati affatto.

La diffusione di questi disturbi, come i momenti in cui proviamo disaggio e paura, si sta espandendo a vista d’occhio.

Sempre più persone sono costrette, loro malgrado, a confrontarsi quotidianamente, anche più volte al giorno, con questi momenti negativi improvvisi ed intensi che possono durare anche oltre i 30 minuti.

Sono “paure senza nome” e spesso immotivate che, molti psicologi, sostengono provenire da un'unica radice: la paura di morire.

In una società in cui il Prozac, il Lexotan (ma anche il Lorazepam, il Cipralex, …) si trovano in quasi tutte le case, viene quasi da chiedersi se tutto questo sia normale!

La risposta certamente è no e chi ha avuto questa esperienza sa bene che farebbe di tutto per non ripeterla.

Gli attacchi di panico e la PNL

Come detto, gli attacchi di panico vengono dall’interno e non dall’esterno ed è lì che devono essere gestiti.

Essendo un qualcosa di comune oggi, anche se di normale ribadisco non c’è nulla, per i soli casi che ancora non sono cronicizzati, esistono dei metodi di self-help che aiutano a smorzare l’intensità dell’evento stesso sino ad annullarlo.

Ciò che occorre è, sicuramente, nei casi meno gravi, gestire il disturbo di panico attraverso lo stesso strumento che li ha generati: la nostra mente.

Se partiamo dal presupposto che non esiste un reale fattore esterno per la nostra paura di morire o di impazzire, certamente, questo ha più senso.

Quando avvertiamo la sensazione che un attacco di panico è vicino, la cosa fondamentale è rilassarci.

Aiutiamoci con dei lenti e profondi respiri.

È stato dimostrato che gli attacchi di panico sono generati da LOOP di pensieri negativi.

Dobbiamo spezzare questa ciclicità se vogliamo avere la meglio su questo disturbo.

Per questo motivo ti suggerisco di “gridare” nella tua testa un fortissimo “STOP” con la voce mentale più alta che riesci a riprodurre e farlo più di una volta se occorre.

Tutto qui?

Assolutamente no! È solo l’inizio.

Se sei riuscito a spezzare il ciclo devi immediatamente sostituire il pensiero negativo con uno positivo affinché la spirale mentale che ti stava tirando giù ricominci a salire.

Qui sta il bello.

Se sei in mezzo a un attacco di panico come pretendi di cercare e trovare un pensiero positivo che possa aiutarti?

Il mio consiglio?

Fai questo lavoro prima, quando sei in uno stato di pace con te stesso e con il mondo esterno.

Redigi un elenco di pensieri positivi, magari creando delle ancore,  e portalo sempre con te. Così sarà molto più semplice.

Un ultimo consiglio?

Non banalizzare queste esperienze ma vacci a fondo vivendole.

Cosa ha scatenato questa situazione?

Qual è stato l’evento e quindi l’emozione che l’ha generata?

Comprendendolo sarà più facile non ricaderci in futuro.

La mente umana è un meccanismo bellissimo se sai usarlo.

Vuoi saperne di più?

Ti aspetto al prossimo evento dal vivo in aula GRATIS!

 La PNL è uno strumento che ti permette di conoscere meglio la persona più importante della tua vita: te stesso!

L'autostima, come ci ricorda wikipedia, è il processo soggettivo e duraturo che porta il soggetto a valutare e apprezzare se stesso tramite l'autoapprovazione del proprio valore personale fondato su autopercezioni. La parola autostima deriva appunto dal termine "stima", ossia la valutazione e l'apprezzamento di sé stessi e degli altri.

Autostima

Chi soffre di poca stima, prova mancanza di fiducia in se stesso e questo crea nelle persone dolore.

Ci si può sentire “meno" degli altri, insicuro rispetto a ciò che pensi e credi e inconsapevole dei propri punti di forza.

Questi sentimenti possono farti avvicinare alla vita con timidezza, un atteggiamento difensivo o un eccessivo bisogno di piacere agli altri.

L'autostima invece, è una sensazione positiva di chi sei, delle tue idee e del tuo valore che ti consente di prenderti cura di te stesso, di stare sullo stesso piano degli altri e di essere orgoglioso di te stesso e di come vivi la tua vita.

Ma con l’autostima ci si nasce o è una risorsa che si può coltivare?

Un tempo non avevo nessuna stima di me stessa, mi sentivo sempre inferiore agli altri, mai abbastanza all’altezza, insicura e di conseguenza incapace di gestire in modo efficace la mia vita.

No, non si nasce con l’autostima impressa nel nostro DNA, anche se certe persone sono più portate a vedere e mettere in risalto le loro capacità ed il loro modo di essere, che alimenta tutte quelle sensazioni positive che provano riguardo se stessi.

Ma se non fai parte di questo gruppo, puoi lavorare sulla tua autostima ed acquisire gradualmente maggiore sicurezza interiore insieme alla capacità di intraprendere azioni che miglioreranno la tua vita.

E puoi farlo eseguendo dei semplici esercizi che rafforzino il muscolo dell’autostima, come quando vai in palestra e alzi i pesi per rafforzare i bicipiti. Sono esercizi semplici, che puoi fare in pochissimo tempo, in compagnia di te stesso.

Il processo per costriure la fiducia in se stessi

Un facile esercizio per la costruzione della fiducia è quello di prenderti del tempo a fine giornata per concentrarti su tre successi, grandi o piccoli, che hai avuto in quella giornata.

Il processo è semplice: prenditi tre minuti o meno per prendere nota mentale (o annotare che è sicuramente meglio) da uno a tre successi della tua giornata.

Con "successi", non intendo necessariamente risultati importanti, se li hai ottimo, crogiolati nella soddisfazione totale pensando a loro. Ma non trascurare il potere delle tue piccole vittorie quotidiane . Concentrandoti sulle vittorie quotidiane, rinforzi le tue azioni costruttive e i tuoi pensieri, rendendo così probabile che avrai più "piccole vittorie" nei giorni successivi.

Alcuni di voi potrebbero pensare: "Successi?!? Non ho successi. La mia vita è un disastro."

Sospetto che molte persone potrebbero non rendersi conto di tutte le possibilità che esistono per sentirsi bene con se stessi durante un dato giorno. Quindi, solo per darti delle idee, ecco 20 possibili piccole vittorie da notare durante la tua giornata:

  1. Hai preso una buona decisione.
  2. Hai impiegato del tempo per esercitarti in qualcosa
  3. Hai provato compassione per te stesso quando hai commesso un errore invece di darti addosso.
  4. Hai risposto a una situazione in un modo migliore di quanto faresti normalmente.
  5. Ti sei preso una pausa quando ti sei stancato invece di spingerti oltre in modo malsano.
  6. Ti sei astenuto dal peggiorare la situazione.
  7. Hai aiutato qualcuno.
  8. Hai completato o fatto progressi su un progetto.
  9. Hai insistito con un compito, anche se era spiacevole.
  10. Sei riuscito a trovare la cosa giusta da dire a un familiare, un amico o un collega.
  11. Hai fatto un errore e hai imparato da esso.
  12. Hai fatto un errore e non ti sei lasciato rovinare la giornata.
  13. Hai preso l'iniziativa per organizzare un'occasione sociale o rafforzare un’amicizia
  14. Hai detto NO a richieste irragionevoli o hai stabilito un confine che doveva essere impostato.
  15. Ti sei scusato quando hai fatto qualcosa di sbagliato e non ti sei scusato quando non l'hai fatto.
  16. Sei stato all'altezza dei tuoi valori, anche se era difficile.
  17. Hai fissato degli obiettivi per la tua giornata e li hai raggiunti.
  18. Hai un'idea del tuo prossimo progetto di lavoro.
  19. Ti sei preparato per un evento prima del tempo in modo da non dover correre il giorno successivo.
  20. Ti sei fermato e hai riflettuto su qualcosa prima di agire, invece di reagire impulsivamente come al solito.

Naturalmente ci sono un numero infinito di cose su cui potresti sentirti bene in un dato giorno. L'elenco sopra è pensato solo per darti idee. Con o senza la lista, puoi pensare a tre successi che hai già avuto oggi?

Per vedere se questo esercizio funziona per te, provalo per alcune settimane. Sentiti libero di NON farlo a volte. Il tuo obiettivo è sviluppare una mentalità di successo guardando alla quotidianità, in modo da essere alla ricerca delle molte cose positive che fai e del coraggio che mostri quando impari dagli errori.

Dopo aver fatto una revisione giornaliera del successo su base regolare, potresti imparare a riconoscere un piccolo successo subito dopo che si è verificato. Quando noti una piccola vittoria, potresti concederti un complimento interiore, usando frasi del tipo:

"Ehi, l'ho gestito abbastanza bene!"

"Buona decisione!"

"Ben fatto! Hai mantenuto la calma sotto pressione! "

Dovrebbe essere facile

Se non riesci a trovare i piccoli successi nella tua giornata, diventa difficile poi ottenere e riconoscere risultati più grandi. Ricorda le piccole vittorie!

Naturalmente puoi imparare dai fallimenti, dalle battute d'arresto, dagli eventi negativi. Se decidi di puntare l’attenzione su uno di questi, ricordati di concederti  credito! Non è facile dare un'occhiata ai nostri flop personali e sentirsi bene. E se tutto il giorno è stato un contrattempo dopo l'altro, una scivolata dietro l’altra, perdona te stesso e vai avanti. L’autostima puoi costruirla anche guardando che in quella situazione così difficile, comunque sei ancora lì, pronto a ricominciare e questo è segno di persona capace e che vuole migliorare.

Costruire la fiducia in se stessi è un processo, non è un evento.

L’esercizio che ti ho proposto è un ottimo modo per conoscere te stesso. Mentre lo fai, inizierai a vedere quali sono i modelli mentali nascosti dietro i tuoi successi. Potresti capire che attingi a determinate risorse in una particolare area della tua vita e manifesti una debolezza in un'altra.

Il solo pensare ai successi anche se piccoli, ha effetti sorprendentemente positivi sul comportamento, il pensiero, le prestazioni. Alcune ricerche suggeriscono che riconoscere i propri successi può aumentare il Q.I. di circa 10 punti.

In poche parole, essere in grado di assaporare i tuoi successi renderà la tua vita più piacevole e più significativa. Dal momento che "piacere" e "scopo" sono due ingredienti essenziali per la felicità, ti sentirai anche più felice.

Sì, i tuoi successi quotidiani possono sembrare piccoli, ma spesso le piccole vittorie sono le più dolci. E forse quelle azioni positive che hai fatto non sono poi così piccole.La PNL è uno strumento che ti permette di conoscere meglio la persona più importante della tua vita: te stesso!

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