Per scrivere questo articolo prendo nuovamente spunto da queste vacanze, che quest’anno si stanno protraendo più del previsto.

Quando stai bene, quando hai la giusta compagnia e quando puoi permetterti di lavorare ovunque, allora puoi anche permetterti di prolungare di una settimana le vacanze senza grossi danni.

Fare o non fare

Come ho già scritto nel post precedente, Pierluigi è un appassionato di wind-surf e sta approfittando di questo luogo ventoso per divertirsi sulle onde.

Anche qui abbiamo avuto modo di imparare qualcosa, rispetto al fare e al non fare.

Per surfare, si sa, ci vuole il vento.

Qui sul Gargano non possiamo certo dire che il vento manchi…

Ma si potrebbe dire che c’è vento e vento.

C’è il vento solito, quello che fa sventolare la bandierina della torretta di salvataggio,  poi c’è il vento ottimale, quello che soffia giusto, quello che pettina le onde e le abbassa.

Infine c’è il vento ideale, quello riservato a chi con il surf ci va a dormire.

Ovviamente sarebbe bellissimo se potessimo fare sempre tutto nelle condizioni ideali.

Ma quante volte in un periodo limitato può esserci il vento ideale?

Quello che ti fa fare poca fatica, perché soffia forte e ti fa planare sulle onde?

Poche, pochissime.

Impara a fare con quello che hai

Molto spesso, nel surf come nella vita, bisogna prendere quello che viene e dare il meglio rispetto alle condizioni a disposizione.

Pierluigi i primi giorni era alla ricerca del vento ideale.

Poi ha realizzato che se aspettava il vento ideale rischiava di passare gran parte delle vacanze sotto l’ombrellone in trepidante attesa, perdendosi la felicità di essere sulla sua tavola e surfare.

Prendi quello che hai a disposizione e dai il meglio.

Non sempre le condizioni saranno le migliori, probabilmente dovrai fare più fatica ma almeno ti starai muovendo in direzione di quello che desideri.

Aspettando le condizioni ottimali la vita scorre: qualcuno farà quella particolare cosa al posto tuo e arriverà prima di te, così avrai perso opportunità, incontri, business…

Aspettando le condizioni ottimali rimarrai in attesa di qualcosa che magari non arriverà mai.

Il segreto è fare!

Con quello che hai, con quello che sai.

Perché quello che vuoi è ottenibile solo mettendoti in azione, anche se le condizioni non sono le migliori. Così potrai misurarti con te stesso, dare il meglio di te e avvicinarti a ciò che desideri.

Un posto splendido.. un mare caldo, pulito… sabbia fine.. spazio tra un ombrellone e l’altro..

Vacanze in camper all’insegna della libertà, senza orari da rispettare e vincoli da accettare.

Siamo in Gargano. Ci ero già stata ma forse oggi i miei occhi sono cambiati a riesco ad apprezzare di più questo incanto.

Siamo venuti sin quaggiù per fare felice Pierluigi.

Mille e più chilometri per dargli la possibilità di velare con il suo windsurf.

Oggi è sceso in acqua per la prima volta da quando siamo arrivati.

Dopo il primo giorno in cui ci siamo “accampati”, ieri l’ha dedicato al montaggio dell’attrezzatura.

Avete presente il caldo di questi giorni, nella settimana considerata la più torrida di questa pazza estate?

Bene, con più di 35 gradi, sotto il sole era lì che puliva l’attrezzatura, la collaudava per vedere che tutto funzionasse, armava vele e scaricava tavole.

Niente riposino, risoluto sino a quando non ha terminato. Dopo dieci anni dall’ultima volta, felice come un bambino si preparava ad oggi.

Il primo

“ma chi te lo fa fare…”

l’ho pensato mentre lo guardavo all'opera: mi sentivo sciogliere al suo posto.

Oggi quando l’ho visto entrare in acqua aveva gli occhi che brillavano.

Ma il mare sa farsi rispettare e te lo devi guadagnare…

E così, vuoi per il troppo tempo dall’ultima volta, vuoi per il vento ed il mare con delle increspature meravigliose da guardare ma impegnative nel tentare l’equilibrio sulla tavola, l’ho visto salire e cadere decine di volte.

E qui il secondo

“ma chi te lo fa fare…”!

Potevo solo immaginare la fatica per restare in equilibrio, tirare a se la vela, dargli la direzione giusta e poi…. Arrivare l’onda che ti fa cadere in acqua ed obbligandoti a ricominciare tutto daccapo..

Tantissimo tempo prima di riuscire a salire e surfare sulle onde..

Sino a vederlo andare… veloce… verso la libertà di quel momento… verso quella meta immaginaria.

Quella meta che dà un senso a quel

“chi te lo fa fare..”.

Un limite da superare, una sfida da vincere, una scommessa tra te e il mare per vedere chi vince.

Una passione che va oltre la fatica, oltre la paura di cadere, oltre tutto.

È così che funziona.

Quando qualcosa è importante per noi non c’è fatica che tenga, non c’è ostacolo che non si possa superare, non c’è paura che non si possa vincere!

La nostra mente, il nostro cuore ed il nostro corpo sono lì, in una meravigliosa sinergia che ci porta a realizzare ciò che per noi è diventato un must, qualcosa di imprescindibile, qualcosa che “sarà così”, costi quel che costi.

Per ottenere quello che desideri ci vuole impegno, dedizione, spirito di adattamento… e ci vuole fatica!

Non credere a chiunque ti racconti che le cose arrivano da sole.. non c’è legge di attrazione che ti porta a casa il risultato, non c’è fisica quantistica che si fa il mazzo al posto tuo, non c’è che sarà facile ed indolore.

No no… ci sarà fatica e sudore, quella stessa fatica che ho visto fare a centinaia di persone che hanno voluto fortemente ottenere dei risultati, quella fatica che faceva Pierluigi per salire sulla tavola e planare sulle onde..

Perché se il perché è forte, il come si trova. Sempre!

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