Se non la prendi di petto, la vita è davvero una gran palla.

Me ne sono resa conto proprio in questi giorni, mentre spaparanzata sulla sedia a sdraio a prendere l’ombra (il sole lo reggo poco) pensavo alla mia vita ed ai miei progetti futuri.

Per chi non lo sapesse, non sono proprio una pivella. I cinquanta sono superati da qualche anno e nonostante i nostri governanti abbiano deciso di farci lavorare non si sa bene fino a quando, l’età incomincia a farsi sentire.

La primavera scorsa, ho avuto la strabiliante idea di esplorare la mia posizione Inps e mi hanno comunicato che potrò andare in pensione a Febbraio 2023 con un compenso che va giusto bene per le prime necessità.

Morale della favola: mi tocca lavorare sino a quella data e magari anche oltre!

Questa è la prima cosa che ho pensato e riflettendo su quello sdraio, mi sono resa conto che questo pensiero non mi stava facendo bene.

Avevo fatto due più due: se potevo andare in pensione ad inizio 2023 in definitiva resterebbero solo più sei anni di lavoro, in pratica un soffio visto come ultimamente il tempo passa veloce perché di lavorare oltre tale limite proprio non se ne parla.

E dal momento che davvero manca poco, tanto valeva darsi troppa pena rispetto a questi anni che restano.

“Carissima Franca – mi son detta – fai il tuo lavoro seriamente ma senza star lì a fantasticare su obiettivi professionali ambiziosi, prendi quello che viene senza sbatterti più di tanto e fai passare questi anni che mancano”.

Dopo questo pensiero così ponderato ed intelligente (credevo lo fosse ma è durato davvero poco per fortuna) ho passato qualche mese dove mi sono occupata della mia salute, della casa, della mia relazione, dell’organizzazione delle vacanze ma poco del lavoro.

Per carità, tutte cose importanti che contribuiscono al benessere ed all'equilibrio della mia vita ma che mettendomi nella condizione di non “essere sul pezzo” rispetto alla mia professione, creavano inquietudine.

Non c’era rispetto a questo ambito la stessa grinta, lo stesso entusiasmo, la stessa motivazione che ci avevo messo sino al momento in cui sono andata ad informarmi rispetto alla mia età “pensionabile”. Anzi, mi stavo avviluppando sempre più rispetto all'idea che “tanto ormai….”

Tanto ormai un paio di corbezzoli!

Se non la prendi di petto, con grinta ed entusiasmo, la vita è una gran palla!

Questo atteggiamento mi stava facendo cadere in una spirale negativa che avrebbe nel tempo influenzato risultati ed obiettivi ma fortunatamente quando si hanno gli strumenti giusti è facilissimo rendersi conto che si sta sbagliando rotta e tornare nella giusta direzione è davvero immediato.

Infatti su quello sdraio ho capito come questa idea di essere relativamente vicina al momento in cui potrò smettere di lavorare e fare tutto quello che voglio (!!!), aveva messo in moto un atteggiamento rassegnato, rinunciatario, da persona sfigata appunto, quella che fa nulla di più rispetto a quanto gli è richiesto.

Riflettendoci su, accorgersi di questo meccanismo è stato un attimo.

Ma penso a tutte quelle persone che invece fanno più fatica a rendersi conto di questo atteggiamento e vivono una vita rinunciataria.

Una vita dove vivono insoddisfazione ma non fanno niente per cambiare le cose: restano in una relazione che non funziona perché tanto ormai…

Un lavoro che non ti fa stare bene perché ormai c’è e ringrazia già di averlo…

Una situazione economica disastrosa perché ormai pensi di non poterci più fare nulla..

Quanti “tanto ormai…” nella vita delle persone.

È facile cadere in questa trappola, facile restare vittima della propria “zona di comfort” che ci fa vivere al risparmio, senza lode né infamia.

E così ci perdiamo tutto ciò che di interessante la vita ha in serbo per noi, momenti di crescita, nuove opportunità, nuovi incontri, nuove città, nuove esperienze.

Si finisce per chiudersi, per accontentarsi.

Ma noi non siamo nati per questo.

Io non sono nata per questo e così la mia mente ed il mio cuore hanno subito recepito il messaggio e sono in arrivo grandissime novità per settembre.

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