I sensi di colpa, brutta bestia con cui fare i conti.

È di questo che voglio parlarvi oggi.

Tempo fa ho lavorato con F., una cliente che si è presentata a me con un problema davvero curioso..

Questa ragazza è stata assunta presso un’azienda torinese da qualche mese e dopo tanto girovagare tra contratti a termine e lavori part-time, ora è veramente contenta di aver trovato questa “sistemazione” con un contratto a tempo indeterminato e un buon stipendio.

Tutto le piace: il lavoro, le persone che interagiscono con lei, gli ambienti ma…. C’è un ma!

I sensi di colpa

Nel suo stesso ufficio c’è un collega con cui non riesce proprio a legare.

In quell’ufficio ci sono solo loro due, lei e l’altro e la ragazza mi diceva che poco tollera il comportamento chiassoso, poco educato e menefreghista del collega.

Prescindendo dal fatto che F.  potrebbe lavorare sulle sue emozioni per arginare il fastidio prodotto dalla presenza dell’altro, lei dopo ripetute rimostranze fatte al collega stesso, sistematicamente cadute nel vuoto, ha adottato una strategia che sicuramente le risulterà efficace per vivere meglio: le cuffiette nelle orecchie.

"Meglio la musica che il suo continuo disturbare…"

È la risposta che la sua mente ha saputo trovare.

E potrebbe aver risolto il suo problema se non fosse che mi dice:

"Sai, adesso che ho messo le cuffiette non sento più lui che mi disturba ma… ora mi disturbano i sensi di colpa! Facendo così, lo faccio sentire escluso… Gli faccio capire che non apprezzo il suo modo di fare e mi sento in colpa!"

Come nascono i sensi di colpa?

Che gioco al massacro... prima cerca una soluzione e poi quella stessa soluzione la fa sentire in colpa, mettendo automaticamente in discussione la validità della soluzione trovata.

Siamo proprio strani, noi umani

Cosa sono i sensi di colpa? Da dove nascono?

Il senso di colpa è uno stato mentale.

Una leva dolorosa che ci spinge a provare emozioni negative ed è assolutamente non produttivo rispetto a qualcosa che ormai non è più modificabile.

Il senso di colpa è sempre riferito a qualcosa che abbiamo fatto o non fatto, quindi predilige e coinvolge uno spazio temporale ben preciso: il passato.

Perché proviamo il senso di colpa?

Il senso di colpa lo proviamo per qualcosa successo in un passato più o meno recente e che ormai non possiamo più cambiare in quanto tale.

Qualche volta lo proviamo anche per decisioni che abbiamo preso rispetto a qualcosa che avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto.

Ad esempio possiamo sentirci in colpa per non aver aiutato qualcuno quando avremmo potuto facilmente farlo.

Qualche volta addirittura lo proviamo rispetto a qualcosa che deve ancora succedere e che noi in qualche modo sappiamo non saremo all’altezza.

C’è chi si sente in colpa solo per aver fatto dei pensieri sconvenienti, tipo aver desiderato di tradire il partner, o dopo una litigata in cui ci siamo sentiti feriti, aver desiderato un’atroce vendetta (a volte riusciamo anche a pensare che l’altro sparisca dalla faccia della terra...).

Poi ci sono le situazioni in cui ci sentiamo in colpa perché qualcuno ci fa sentire così, in modo consapevole e no, additandoci come responsabili dei “loro” malesseri.

Se ci pensi, il senso di colpa se proprio te lo devi far venire, sarebbe meglio farselo venire prima di fare una cosa o prima di decidere di non farla.

E sarebbe meglio non mettere in mano agli altri strumenti così taglienti da farci sentire i responsabili dei loro stati d’animo, quelli che devono soddisfare le loro aspettative, che viste nel contesto della loro mappa del mondo, sono solo le “loro” aspettative.

Nella tua esperienza ti è mai servito sentirti in colpa verso qualcuno o qualcosa? Ha cambiato lo stato delle cose?

Il senso di colpa fine a sé stesso, ha messo a posto i casini che avevi provocato?

È servito a farti sentire meglio rispetto alla decisione presa?  Mai!!!

E allora che serve?

Cosa serve quel senso di inquietudine che senti alla bocca dello stomaco che ti rovina la giornata?

Ciò che forse non sai sui sensi di colpa

Intanto tieni presente che:

• Per prima cosa ricorda che le persone agiscono con le risorse che hanno a disposizione. Qualunque sia l’errore di giudizio che hai commesso, ricordati che molto probabilmente quello che hai fatto era il meglio che potevi fare in quel momento. Magari hai agito da arrabbiato, ansioso, triste o distratto. Quando siamo in balia delle emozioni, la nostra capacità di valutazione è fortemente compromessa e riuscire a dare il meglio di noi molto, molto difficile.
• Con il senno di poi è facile sapere cosa sarebbe stato meglio. Ma in quel momento non lo sapevi ed hai agito pensando che quella fosse la migliore risposta alla situazione. Se avessi avuto tutte le informazioni che hai magari acquisito successivamente, avresti agito in maniera diversa. Del “senno di poi” possiamo riempirne secchi, peccato che non serve.
• Ognuno si assume la responsabilità della sua vita. Non possiamo sentirci in colpa per quello che gli altri fanno, ognuno decide in libertà e non siamo certo noi che possiamo controllare la vita degli altri. Se ti è capitato di sentirti in colpa per qualcosa che non hai fatto quando ti è stato chiesto, ad esempio un’amica ti ha chiesto di andare da lei perché si sentiva un po’ triste, tu per motivi tuoi non hai potuto raggiungerla e lei ha finito per sbronzarsi e finire in ospedale, ricordati che non è colpa tua: la tua amica avrebbe avuto mille altre opzioni per vivere quel momento. Noi non siamo i responsabili dei comportamenti degli altri.
• Non hai ragione di sentirti in colpa per esserci ancora mentre qualcun altro non c’è più. Il senso di colpa “del sopravvissuto” è quello stato d’animo che proviamo quando siamo sopravvissuti ad un evento dove qualcuno non ce l’ha fatta. Non siamo noi a decidere chi va e chi resta, in gran parte è il caso (o chi per Esso) a decidere. Come non hai ragione di sentirti in colpa per avercela fatta a discapito di qualcuno che invece non ce l’ha fatta. Per avere qualcosa che qualcun altro non ha. Quello su cui puoi focalizzarti è il senso di gratitudine per essere stato “prescelto” per godere di quel beneficio.

Come liberarti dai sensi di colpa

Per liberarti del senso di colpa segui questi consigli:

• Puoi prestare attenzione alle cose che ti dici nel tuo dialogo interno: è un chiacchiericcio che ti porta sempre lì con il pensiero? Sono insulti per esserti comportato male? Sono giustificazioni al tuo comportamento che non convincono nemmeno te stesso? Quel dialogo interno, che come dice P. McKenna non è Dio peccato che crede di esserlo, ma tu lo puoi zittire! Tanto ormai quel che è fatto, è fatto. Fagli dire cose diverse: “Ho fatto questa scelta e me ne assumo la responsabilità”… “Ho agito al meglio che ho potuto in quel momento”.. O meglio ancora abbassa il volume di quelle vocine fino ad azzerare l’audio.. falle stare zitte, mute, stop!  Ormai è andata. Posso imparare da quella esperienza e farne buon uso la prossima volta ma non sarà certo il mio senso di colpa a mettere a posto le cose.
• Puoi prestare attenzione alla sensazione di disagio che stai provando, individuando dove la senti nel corpo e immaginando di darle una consistenza fluida così da farla uscire dal tuo corpo, rinchiuderla in un contenitore e inserire al suo posto una sensazione di tranquillità e controllo. Se questo può sembrarti una banalità, lavorare con le sensazioni è uno dei potenti strumenti di Pnl per cambiare lo stato d’animo.
• Puoi prestare attenzione a come stai utilizzando il tuo corpo: cambia fisiologia!! Abbozza un sorriso, alza le spalle e la testa, pianta bene i piedi per terra, allarga il torace e respira profondamente. Fai circolare nel tuo corpo chimica buona e se c’è qualcosa che puoi fare per riparare, fallo!

Ovviamente non è tutto ma è un inizio.

Quello che è fatto, è fatto!

Non è con il senso di colpa che possiamo mettere a posto le cose.

Quello che è utile fare, è imparare eventualmente dagli errori.

Tutto il resto, non serve!

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Ti aspetto.  

Franca