In questi giorni sto seguendo su Facebook l’avanzare del cammino che un’amica ha intrapreso per raggiungere Santiago di Compostela.
Provo una profonda stima per questa sua impresa: per chi non lo conoscesse, il cammino di Santiago è un lungo percorso di 800 Km. e della durata di circa 1 mese, che i pellegrini con zaino in spalla intraprendono, attraverso Francia e Spagna, per raggiungere il famoso Santuario, dove pare ci sarebbe la tomba dell’Apostolo Giacomo.
Le strade francesi e spagnole, che compongono l’itinerario, sono state dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e a vedere dalle foto che Alice posta (così si chiama la mia amica), davvero è un percorso che vale la pena di essere affrontato, nonostante la fatica che significa.
Il suo resoconto parla di piedi doloranti, vesciche, stanchezza infinita perché si parla di circa un percorso di circa 25/30 km. giornalieri che sono sicuramente una distanza impegnativa per tutti, rafforzata dal fatto che è una fatica che affronti per trenta giorni, uno dopo l’altro.
Perché?
Dicono che sul cammino di Santiago avvengano miracoli. Credo che per intraprendere ed affrontare un pellegrinaggio del genere, ognuno abbia il suo perché. Chi per fede, chi per senso di sfida, chi di avventura, chi per ritrovare se stesso (le ore che viaggi in solitaria sono tantissime). E sicuramente i miracoli avvengono, poiché dopo un’impresa così impegnativa, le persone non possono che uscirne rafforzate, con una percezione di se completamente diversa.
La consapevolezza di aver raggiunto un traguardo molto ambizioso (800 km a piedi non sono uno scherzo) ma avere avuto la capacità di affrontarlo a piccoli passi. Buttando avanti un piede dopo l’altro, un passo dopo l’altro, superando una difficoltà dopo l’altra, che sia fisica, emotiva o di percorso, fino a raggiungere la meta.
E’ solo pensando al percorso che farai ogni giorno, che puoi immaginare di arrivare in fondo. Se pensi agli 800 km da percorrere, la distanza è troppo grande per affrontarla godendoti il viaggio, sullo sfondo dell'idilliaco paesaggio della Spagna del nord, in mezzo a valli, sentieri e fiumi che raccolgono le silenziose testimonianze di coloro che hanno affrontato il viaggio prima di loro.
E questa è una meravigliosa metafora per pensare a tutti i tuoi obiettivi.
Quando guardiamo ad obiettivi ambiziosi, li vediamo lontani nel tempo e decisamente impegnativi. Partiamo davvero pieni di buoni propositi ma poi arrivano le difficoltà una dopo l’altra, che siano fisiche, emotive o di percorso, e pensare di raggiungere la meta diventa sempre meno probabile.
Ma se affrontiamo il nostro viaggio così come sta facendo Alice, buttando avanti un piede dopo l’altro, un passo dopo l’altro e concentrando la nostra attenzione su cosa possiamo fare quel singolo giorno per arrivare alla tua meta, il cammino sarà più facile. Sarà facile guardare ai piccoli successi giornalieri, piuttosto che alle grandi sfide che probabilmente ci aspettano. Sarà facile avere consapevolezza delle proprie capacità, se mi concentro sulla sfida giornaliera e la supero. Sarà facile sentire lo zaino più leggero se lo attrezzo giorno per giorno di quello che mi serve, piuttosto che caricarlo dall’inizio di tutti gli strumenti che potranno servirmi.
Perciò, se hai un obiettivo ambizioso, prendi il tuo grande obiettivo, e spezzettalo!
E quando lo hai spezzettato, spezzettalo ancora. E poi ancora.
Fai in modo che ogni giorno corrisponda ad un piccolo obiettivo da raggiungere. Lascia che quel piccolo obiettivo giornaliero raggiunto alimenti autostima, senso di capacità, forza, determinazione, coraggio.
Tu sei il risultato delle tue esperienze. Somma esperienze giornaliere positive, andando ad attingere a tutto ciò che di buono hai fatto, attraverso quei piccoli passi.
Affronta i tuoi 800 km, un passo alla volta.
Sul tuo cammino avverranno miracoli.
Con il coaching ho accompagnato moltissime persone nel loro cammino, passo dopo passo insieme abbiamo percorso 800 km di risultati tangibili e obiettivi raggiunti insieme...
Franca Scuzzarella
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